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Prostituzione e tratta di esseri umani non possono essere disgiunte

su 4 agosto 2015
Pablo Picasso. Prostitutes in a Bar, 1902

Pablo Picasso. Prostitutes in a Bar, 1902

 

Riprendo il tema, dopo l’importante testimonianza di Mia de Faoite che avevo tradotto qui.

Questa volta il punto di vista è quello di un poliziotto, Manfred Paulus. Non condivido in pieno le soluzioni che suggerisce, ma l’analisi è interessante, soprattutto perché evidenzia come sia diventato complicato perseguire tratta e sfruttamento in Germania. Buona lettura.

 

Manfred Paulus conosce molto bene l’ambiente a luci rosse. Per più di 30 anni è stato responsabile dell’unità di controllo penale che si occupava di prostituzione e tratta di donne a Ulm. Anche prima del suo pensionamento, l’UE lo aveva inviato come esperto “nei paesi di reclutamento” delle donne che finiscono nei bordelli tedeschi, negli appartamenti e per le strade. Paulus era alla ricerca dei percorsi utilizzati dai trafficanti in Romania e in Bielorussia per portare le donne vittime di tratta in Germania.

L’SPD enfatizza il fatto che si deve distinguere tra prostituzione e tratta di esseri umani.

In Germania oggi siamo arrivati al 100% di donne importate dall’estero per la prostituzione. Dovrebbe essere abbastanza chiaro che una ragazza bielorussia della zona di Chernobyl o una Roma proveniente da un ghetto in Romania non può compiere da sola il viaggio per arrivare in Germania per poi finire nella prostituzione. Non hanno soldi, nessuna persona di riferimento, nessun contatto. Le donne sono vittime della tratta nel loro Paese, e in questo settore si sono sviluppate organizzazioni criminali altamente strutturate. La criminalità organizzata controlla il business. La richiesta di tenere distinte prostituzione e tratta ci fa temere per il peggio.

Ma come si spiegano queste valutazioni non realistiche?

Ovviamente ci sono le persone coinvolte che non sono per niente o troppo poco informate sul contesto, e che, consapevolmente o meno, cedono al mito della prostituzione “pulita”, suggerito loro dai lobbisti. Questo si è verificato già nel 2001, quando SPD e Verdi hanno scritto l’attuale legge sulla prostituzione. Ad esempio, la legge ha dato esplicitamente “poteri direttivi” ai gestori dei bordelli. Siamo probabilmente l’unico Paese al mondo a dare esplicitamente il potere di decidere per le donne ai proprietari dei bordelli.

L’SPD ha recentemente organizzato un incontro con esperti, incluse l’Association of erotic trade entrepreneurs in Germany (Bundesverband der Unternehmer im Erotikgewerbe) e la Professional association for erotic and sexual services (Berufsverband erotische und sexuelle Dienstleistungen). Anche se non rappresenta nemmeno l’1% delle prostitute, questa lobby dichiara costantemente che la stragrande maggioranza delle prostitute lavora “volontariamente” e che la prostituzione forzata è un “fenomeno marginale”.

Condivido l’opinione di molti colleghi per cui il 98% delle donne che si prostituiscono in Germania è costretta da qualcuno. C’è un solo posto dove incontro prostitute volontarie, i talk show. Lì, dopo 30 di lavoro in questo settore, ho conosciuto per la prima volta donne che fin da giovani non avevano avuto altro obiettivo che rendere gli uomini felici in questo modo, convinte della loro scelta, che non avevano mai avuto un magnaccia. Ma “volontaria” è solo una parola magica. Se la prostituzione avviene in modo volontario, il proprietario del bordello, del bar e il cliente non hanno più alcun problema. In questo modo la polizia, la magistratura e i sistemi politici sono impotenti. Questo è il motivo per cui molte persone amano questo termine. Ma la verità è ben diversa. Parlare di volontarietà, a mio avviso, è francamente molto cinico.

Che cosa dovrebbe quindi essere previsto in una nuova legge sulla prostituzione?

È molto importante che i “poteri direttivi” vengano aboliti e che la prostituzione sia consentita unicamente come attività autonoma. È anche essenziale che la prostituzione non possa essere esercitata sotto i 21 anni, perché molte delle vittime hanno meno di 21 anni. Una registrazione obbligatoria e la cancellazione delle prostitute è importante, così come reintrodurre un esame sanitario. Deve essere reintrodotto il libero accesso degli agenti di polizia ai bordelli. In pratica, tutte le richieste presentate dalla CDU/CSU devono essere incluse nel testo. Stabilire un obbligo di licenza per i bordelli e alcune piccole regole non sarebbe sufficiente. Potrebbe essere addirittura controproducente.

Perché, i proprietari dei bordelli vorrebbero avere una sorta di certificazione dallo stato?

Esattamente. Oggi abbiamo bordelli nobili, decorati con marmi e acciaio inossidabile. Questo non esclude che i papponi si nascondano dietro questa facciata o dietro misteriose compagnie come “GmbH & Co. KG”. E se andassimo a indagare dietro questa società-cassetta della posta, potremmo scoprire clan albanesi, la cosiddetta mafia russa, o gli Hells Angels. E allora abbiamo a che fare con la criminalità organizzata che controlla ogni cosa. Per poter abbattere queste strutture, non è sufficiente chiedere la registrazione del proprietario del bordello, che potrebbe essere semplicemente un prestanome, così poi va tutto a posto. Non deve accadere che la riforma risulti l’ennesimo patchwork per agevolare coloro che traggono profitti dalla prostituzione.

Ha scritto nel suo libro che la gente scuote la testa incredula di fronte alla legislazione tedesca.

Recentemente ho avuto a che fare con il procuratore capo di Palermo, che combatte la mafia in Italia. Era stupito e mi ha chiesto: “Davvero non notate quello che sta accadendo nel vostro Paese? Siete ancora convinti a non varare nuove leggi?” In Romania e in Bulgaria sento dire le medesime cose. Penso che la pressione sulla Germania dai Paesi di origine delle donne aumenterà. In tutti quei Paesi, ciò che accade alle donne è ben noto. E c’è molto disprezzo nei nostri confronti per il fatto che non prendiamo misure efficaci per prevenire questo stato di cose. Ciò che noi qui chiamiamo libertà è una totale mancanza di libertà per innumerevoli donne – questa è la schiavitù sessuale.

Nella sua Relazione annuale sulla tratta di esseri umani (« Lagebild Menschenhandel ») il BKA, Ufficio federale di polizia criminale (Bundeskriminalamt) riporta circa 700 casi all’anno. Questo dato è utilizzato come prova per sostenere che il problema non è troppo grande in Germania.

Per me questo non è un “rapporto”, quanto piuttosto la documentazione del fallimento della politica! Nel nostro Paese abbiamo centinaia di migliaia di donne indifese in un contesto ad alta densità criminale. Il fatto che solo 500-700 casi vengano segnalati annualmente al BKA attesta un gigantesco mondo sommerso e invisibile. Prima di tutto, il reato di tratta è definito in modo complesso, e gli ostacoli per dimostrarlo sono piuttosto grossi. Il secondo problema è con i processi giudiziari: il settore a luci rosse è riuscito come nessun altro a bloccare nei tribunali l’applicazione della legge. Per esempio, gli avvocati del settore adducono mozioni alle prove che portano alla Bielorussia, all’Ucraina o all’Absurdistan (termine satirico per indicare il blocco sovietico, ndr). Così poi i tribunali sono costretti ad accordi – a favore dei delinquenti e a detrimento delle vittime e degli inquirenti. E alla fine si stappa lo champagne in aula. Quindi non è una sorpresa che le poche donne che osano testimoniare ritirino le dichiarazioni nel corso di questi processi.

La Germania non ha ancora recepito la Direttiva Europea del 2011 per combattere il traffico di esseri umani. 

Questo dimostra che in questo Paese si continua a dare troppo poca importanza a questo crimine (organizzato). È ancora possibile invertire il corso degli eventi? Non potremo certo cambiare tutto in una notte, perché la criminalità organizzata è ben salda in questo settore. Ma nel breve termine, possiamo almeno evitare un’ulteriore crescita, se non continuiamo ad avere una legge così “amica dei criminali”. Perché con la legge del 2002 abbiamo preparato il terreno per i responsabili della questa situazione attuale. Con le libertà di cui godono in questo Paese, li abbiamo praticamente attirati in Germania. Un po’ dappertutto in Germania si vede com’è facile far funzionare il business con le donne in vendita. E se ora rovesciamo queste libertà di 180° contro i criminali, ce la faremo.

Quindi secondo lei cosa dovrebbe avvenire ora?

La grande coalizione non deve cedere a questi lobbisti! Dovremo vivere per un lungo tempo con la nuova legge sulla prostituzione. E se dovessero ancora una volta essere fatti dei compromessi, i trafficanti da Odessa a Bucarest si stropicceranno le mani.

 

Source: http://www.emma.de/artikel/prostitution-menschenhandel-sind-untrennbar-317541
_______________
Manfred Paulus is the author of the recently published book « Organisierte Kriminalität MENSCHENHANDEL. Tatort Deutschland: Frauenhandel, Kinderhandel, Zwangsprostitution, Organhandel, Handel von Arbeitskräften » (Organized crime – HUMAN TRAFFICKING in Germany: Trafficking in women, child trafficking, forced prostitution, organ trafficking, trafficking in labor); Verlag Klemm + Oelschläger, Münster/Westphalia, Germany.

 

Fonte in inglese da cui ho tradotto:

– “Prostitution and human trafficking cannot be separated” (Interview with Manfred Paulus)


3 responses to “Prostituzione e tratta di esseri umani non possono essere disgiunte

  1. cristinadellamore ha detto:

    Stavo pensando a qualcosa che ho letto, ma non ricordo dove, a proposito del Canada, figuriamoci, e della possibilità per le prostitute di associarsi in cooperativa e di assumere guardie private per la propria protezione

    "Mi piace"

    • simonasforza ha detto:

      La Germania dimostra che solo una minuscola parte tende a formalizzare la propria posizione. Quella della cooperativa è uno specchietto per le allodole, per dare il via libera a forme di sfruttamento legalizzato. Poi, ognuno è libero di crederci.. il ddl Spilabotte ne è un esempio.

      "Mi piace"

  2. […] passato avevo trattato l’argomento qui e qui, penso che queste considerazioni siano ancora valide e utili a comprendere la questione per cui […]

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