Questo articolo (QUI l’originale) che ho tradotto ci fa pensare che forse la lobby del commercio di sesso è più forte e ramificata di quanto possiamo immaginare. Buona lettura e buona lotta!
All’inizio dell’anno erano trapelati alcuni documenti di Amnesty International UK (che sembra un ossimoro). Come è emerso, Amnesty International sta pensando di inserire nella sua piattaforma d’azione la legalizzazione (in realtà Amnesty parla di decriminalizzazione, ndr) della prostituzione. Naturalmente si tratta di una posizione anti-donna e non si basa su fatti concreti, specialmente se si osservano i dati del traffico di esseri umani, degli stupri e degli omicidi in prostituzione.
Ma la dichiarazione più scandalosa presente nel documento, che ha suscitato qualche risposta da parte dal pubblico è stata la seguente:
Come osservato nel quadro della politica condotta da Amnesty International in merito al sex work, l’organizzazione è contraria alla criminalizzazione di tutte le attività legate alla compravendita di sesso. Il desiderio e l’attività sessuali sono un bisogno fondamentale dell’essere umano. Criminalizzare coloro che non sono in grado o non vogliono soddisfare tale esigenza attraverso metodi più tradizionalmente riconosciuti e acquistano sesso, quindi, può rappresentare una violazione del diritto alla privacy e minare il diritto alla libera espressione e alla salute.Fonte: http://fr.scribd.com/doc/202126121/Amnesty-Prostitution-Policy-document
Ci si dovrebbe domandare un po’ di cose dopo aver letto questo paragrafo:
1. Si sta affermando che tutte le attività connesse alla prostituzione devono essere depenalizzate, come il traffico di esseri umani, lo sfruttamento della prostituzione, lo stupro e l’omicidio?
2. Il diritto alla privacy e alla libera espressione di un cliente è più importante dei diritti umani fondamentali delle prostitute o delle donne vittime di tratta?
3. Da quando la prostituzione non è considerato un “metodo tradizionalmente riconosciuto” per “soddisfare” il desiderio sessuale?
4. Se il sesso fosse un bisogno umano fondamentale, allora le donne dovrebbero essere obbligate a fornirlo agli uomini?
5. Come può essere considerata una questione di privacy, di espressione e di salute il fatto di pagare per il sesso? La privacy di chi è coinvolta? L’espressione di chi è ridotta? La salute di chi è a rischio?Ciascuna di queste domande è importante e degna di discussione (se non altro perché evidenziano quanto sia assolutamente ridicola la posizione pro-prostituzione). Ma per me la menzogna più eclatante è la proposizione “il desiderio e l’attività sessuale sono un bisogno umano fondamentale.”
Ho notato che alcuni uomini vorrebbero che le donne credessero a queste stronzate. Sembra che non contino sul fatto che le donne siano in grado di comprendere la biologia umana o ogni uomo che li sfida su questo. Ma io li sfido.
Il desiderio e l’attività sessuale non sono bisogni umani fondamentali. Nessun uomo è mai morto o è stato fisicamente danneggiato dalla mancanza di desiderio o di attività sessuale. Non avere desiderio sessuale non è di per sé un problema di salute.
La grande rilevanza data al desiderio e all’attività sessuali da parte della società dà alle persone, soprattutto adolescenti, l’impressione che loro devono fare sesso. Questo genera un bisogno, ma questo è un bisogno costruito e altamente insano. In nessun senso è “fondamentale”.
Quando pensiamo ai “bisogni umani fondamentali”, pensiamo agli imperativi biologici come mangiare cibo nutriente, dormire abbastanza a lungo, respirare aria pulita, avere una casa. Tutte queste cose implicano contatti sociali e sostegni, che sono parte di essi. Ma “fare sesso” non fa parte di quella lista perché non è un imperativo biologico; ci piace farlo perché gli orgasmi ci fanno sentire bene, ma hey, ma è anche per questo che ci masturbiamo.
Sai cos’altro ti fa sentire altrettanto bene? La cocaina. Agisce sui recettori del piacere del nostro cervello, come gli orgasmi. E non ho nulla contro le persone che ne fanno uso, così come non mi oppongo alle persone che fanno sesso (consensuale e ugualitario). Ma io non credo che sia un bisogno fondamentale.
Sai cos’altro non è un bisogno fondamentale? La prostituzione.
Tutte queste argomentazioni sono in realtà solo una versione ben scritta del vecchio luogo comune per cui abbiamo bisogno delle prostitute per rendere gli uomini felici ed evitare che vadano a stuprare le “donne rispettabili”. Quando parlano di “metodi tradizionalmente riconosciuti”, stanno parlando di “donne rispettabili”. Le prostitute sono di per sé “non rispettabili”. Ecco perché i loro diritti sono irrilevanti. Gli unici rilevanti sono i diritti del cliente.
La retorica pro-prostituzione è una retorica che odia le donne, perché ogni ideologia che sostiene lo sfruttamento e l’oggettivazione delle donne è retorica anti-donna. Nella misura in cui si afferma che le prostitute (che sono esseri umani) debbano essere un mezzo per un fine (come per esempio “le prostitute esistono per alleviare i bisogni degli uomini”), va contro il principio etico fondamentale che nessun essere umano può essere trattato come un mezzo per un fine, e quindi deve essere definitivamente respinta.
Nessuna presa di posizione sulla prostituzione (non importa da che parte e da chi proviene) dovrebbe essere presa seriamente se contraddice il fatto che il sesso non è un bisogno fondamentale. Nessuna posizione etica su qualsiasi questione (non importa quale persona importante lo abbia detto o quanto sia in linea con la vostra visione del mondo) dovrebbe essere presa sul serio se è in contraddizione con il principio etico fondamentale di non trattare gli esseri umani come mezzo per un fine.Non trattate gli esseri umani come mezzi per raggiungere dei fini.
No: “Non trattate gli esseri umani come mezzi per raggiungere dei fini, a meno che ciò soddisfi un bisogno umano fondamentale”.
No: “Non trattate gli esseri umani come mezzi per raggiungere dei fini, a meno che il fine sia buono (come stabilito da voi)”.
No: “Non trattate gli esseri umani come mezzi per raggiungere dei fini, a meno che non abbiano scelto volontariamente di essere trattati in questo modo, allora tutto va bene”.
No: “Non trattate gli esseri umani come mezzi per raggiungere dei fini, a meno che (si ritiene comunemente) siano inferiori a te”.
Vi segnalo questa petizione “Vote NO to Decriminalizing Pimps, Brothel Owners, and Buyers of Sex”: QUI
In questo testo sempre di Amnesty, QUI si parla di decriminalizzare il sex work (già l’uso di questo termine denota una “leggera” deformazione della realtà), regolamentandolo nel rispetto della legislazione internazionale sui diritti umani. Siamo d’accordo sul fatto di non criminalizzare chi si prostituisce, ma non manca qualche ambiguità. La questione è che si parla sì di sex workers, ma nel calderone sex work ci può finire di tutto, compresi i magnaccia e gli sfruttatori. Non basta difendere i diritti umani delle prostitute, e porsi contro la prostituzione minorile. Amnesty non prende posizione su quale sia la forma auspicabile di regolamentazione, ma l’impressione generale che si ha leggendo il documento è che si tratti la prostituzione come un qualsiasi altro lavoro, e ci si preoccupi unicamente di garantire misure adeguate per svolgerlo “in sicurezza”. Si sceglie la politica di “riduzione del danno”. I danni sulla persona non sono rappresentati solo dallo stigma, ma dal fatto che la prostituzione è una forma di violenza, con ripercussioni transitorie e permanenti gravissime. Regolamentarla (per esempio sullo stile tedesco) non significa eliminare questa violenza intrinseca, bensì potrebbe aprire le porte a uno sfruttamento/traffico libero e difficile da dimostrare.