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Che tipo di società vogliamo costruire?

su 9 febbraio 2016

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Pubblico un estratto di un mio articolo pubblicato su Dol’s Magazine.

Davanti a una mancanza di alternative ogni scelta può sembrare valida. Si dovrebbe evitare di rendere le donne degli uteri e nulla più, perché alle donne deve essere garantito altro. Per questo altro dobbiamo lottare. Io non vedo uteri che camminano, io vedo donne e pretendo che abbiano pari opportunità di vita. Dovremmo immaginare che alcune donne vengano destinate a essere fattrici seriali per potersi sostentare? Che senso avrebbero i sussidi sociali e i sostegni statali quando potresti mantenerti affittando una parte del tuo corpo? Cosa accadrebbe se si aprisse il mercato degli organi o dell’utero in affitto? Tanto per capirci, dovreste mettervi nei panni delle donne che non vivono nel lusso e che vivono in condizioni precarie. Lo so in Italia e in Europa non è consentita la vendita, ma se per ipotesi le cose cambiassero, nel nome di una libertà senza limiti? E sono sempre le altre, donne lontane da noi che devono sottostare a questo ulteriore affievolimento di diritti. La vita intima va rispettata solo quando è la nostra, poi possiamo ignorare e non rispettare quella delle altre, perché abbiamo bisogno di ignorarne la dignità per soddisfare le nostre esigenze contingenti? Perché non c’è tanto sbracciarsi quando chiediamo un lavoro dignitoso, che ci consenta di esprimere liberamente la nostra persona in ogni ambito? Che esistenza libera e dignitosa può derivare dal diventare merce sul mercato? E anche se ci fossero donne disposte a mettersi a disposizione gratuitamente, quante ce ne sarebbero? Ah, sì, la gravidanza è una passeggiata di salute, poi con i trattamenti ormonali va ancora meglio. Provate per credere. Anche se siamo utero-munite non dovete ridurci a essere mother machine. Non è il nostro destino obbligato e meritiamo forme di libertà più ampie e che ci rispettino in toto, come esseri umani al 100%.

 

Per leggere l’articolo completo: http://www.dols.it/2016/02/07/che-tipo-di-societa-vogliamo-costruire/


3 responses to “Che tipo di società vogliamo costruire?

  1. zapgina ha detto:

    Mi trovo in linea con il pensiero che hai espresso sulla Gpa.
    Primo perché é rischioso questo uso dell’utero delle donne come fosse un forno, escludendo dalle considerazioni tutto quello che riguarda una maternità. Vero che la gravidanza non si sovrappone con la maternità ma ne è il presupposto e quello che passa tra feto e corpo della donna-madre non sono solo umori fisici ma anche vissuti, perchè un bambino è primo di tutto nella testa.
    Questo è collegato poi alla mercificazione dei corpi e sappiamo ormai che uteri in affitto sono soprattutto quelli di donne dei paesi poveri. Insomma una nuova schiavitù.
    Oltre a questo ci sono altri motivi che toccano il tema dei diritti perché sembra, qui, che i diritti di alcuni vadano a scapito di quelli di altre.
    Poi non mi dilungo neppure a parlare del nascituro perchè questo è un argomento ancora più complesso.
    Ho letto inoltre l’intervento della Murgia in cui tira in campo il tema dell’aborto e mi è sembrato una enorme forzatura che non mi sembra proprio il caso di fare.

    Piace a 1 persona

  2. alessiox1 ha detto:

    Le donne se decidono di rimanere incinta lo dovrebbero fare solo perché vogliono costruirsi una famiglia.

    "Mi piace"

  3. […] il proprio utero come se fosse un mezzo di produzione. Ne parla Simona Sforza, in questo ed altri articoli del suo […]

    "Mi piace"

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