Ho provato a raccontare il presidio-manifestazione di sabato 10 a Milano, dal punto di vista delle donne, per mettere a fuoco i motivi per cui eravamo in piazza. Ringrazio Dol’s Magazine per avermi ospitata.
Qui un estratto:
Se provassimo per un solo istante a sgombrare il campo da questa spazzatura che è piovuta addosso al corteo di sabato, pacifico, spontaneo, indipendente, di donne che si sono ritrovate a raccontare cosa sta accadendo in Italia. Se provassimo a capire cosa significa l‘assenza totale di spazi di riflessione e di confronto pubblici in cui informare le donne sui loro diritti.
Se provassimo a chiederci dove le nuove generazioni si informano o spesso si disinformano. Se provassimo a capire i veri motivi per cui eravamo lì, anziché oscurarli. Se riuscissimo a interrogarci al di là delle scritte, sulla situazione delle donne in Italia, sarebbe un bel segnale di civiltà e di capacità di provare empatia.
Ci siamo appropriate di uno spazio, la strada, per raccontare i bisogni delle donne, per una volta, siamo tornate noi donne a esprimerci con la nostra sola voce. E se ci foste stati, in mezzo alla parola fregna, che male non fa, avreste potuto ascoltare anche altro. Gli obiettori di coscienza che hanno svuotato la legge 194 e di fatto incrinano e ostacolano l’esercizio di quello che a livello europeo è stato definito come un diritto inalienabile. Abbiamo chiesto che servizi come i consultori vengano rafforzati e diffusi sul territorio. Abbiamo ricordato che la salute sessuale e riproduttiva delle donne non è negoziabile o subordinabile a nessun discorso confessionale, che deve essere sempre tutelata e garantita, che non vogliamo ingerenze di nessun tipo sulle nostre scelte di donne.
Continua a leggere l’articolo completo su Dol’s Magazine.
Quel che non volete sapere e vedere oltre le scritte sui muri
P.s.
Grazie al Ricciocorno per questo splendido pezzo che ci parla di miti funzionali e ci interroga sul senso di alcune affermazioni e tendenze sul femminismo:
il mito che vuole le donne di oggi distanti o addirittura ostili al femminismo, a cosa serve?
La sua funzione è forse simile a quella che può assolvere una dichiarazione di morte del patriarcato?
Grazie anche a Lorella Zanardo per aver parlato di questo piccolo spazio femminista e per aver contribuito a dare un’immagine viva del femminismo italiano 🙂
http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/10/13/news/dalla-parte-delle-donne-1.234270?ref=fbpe
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