Milano, ancora una volta invasa da fascisti e preganti no-choice. Una sfilata che in un Paese laico e antifascista non si dovrebbe vedere. Invece, torna periodicamente. Non potevamo certo stare a casa.
Allora abbiamo deciso di scendere anche noi per le strade, con teli e cartelloni, prezzemolo e ferri da calza, un megafono e tanta voglia di urlare basta con queste azioni che ci vogliono portare indietro di decenni, con la protezione di un gruppo che rimpiange il Duce. Nulla di organizzato, nessuna autorizzazione, una mobilitazione spontanea, un evento fatto girare su Facebook, ci siamo ritrovate in piazza Cadorna e tutto il resto è avvenuto naturalmente. All’angolo di via Orefici la polizia ci ha circondate, volevamo prendere la metro, ma in un certo punto ci hanno bloccate, non ci siamo fatte fermare e hanno dovuto desistere. A un certo punto sembrava che le cose si mettessero male per noi, abbiamo resistito agli strattonamenti dei poliziotti che invece di occuparsi dei fascisti che sfilavano si dedicavano ad arginare noi pericolose streghe femministe che volevano solo far conoscere ai passanti cosa stava succedendo, mostrando le conseguenze della mancata applicazione della 194, una violenza che si sta consumando ancora una volta sui nostri corpi. Abbiamo ricordato che la salute sessuale e riproduttiva delle donne non è negoziabile o subordinabile a nessun discorso confessionale, che deve essere sempre tutelata e garantita, che non vogliamo ingerenze di nessun tipo sulle nostre scelte di donne. Madri solo per scelta, quindi. La 194 – per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione di gravidanza – nel corso degli anni ha subito uno svuotamento a causa dell’art. 9 che disciplina l’obiezione di coscienza. Abbiamo raccontato tutto questo, chiedendo che l’obiezione non costringa le donne a viaggi anche intraregionali per trovare un ospedale che pratichi IVG, ambulatori e medici che siano disposti a fornire le pillole del giorno e dei 5 giorni dopo, farmacisti che le vendano.
Abbiamo chiesto che servizi come i consultori vengano rafforzati e diffusi sul territorio.
Insieme per difendere il nostro diritto a scegliere liberamente se essere o non essere madri. Abbiamo ribadito che non ci dovrebbero essere obiettori nel servizio pubblico. Sì a una educazione alla contraccezione e a una sessualità consapevole. Vogliamo servizi e contraccettivi gratuiti e accessibili x tutte noi! Se una donna sceglie di interrompere la gravidanza deve essere assistita nel migliore dei modi, non dobbiamo tornare alla clandestinità, al faidate, alle pillole ordinate via internet, a rischiare di morire o di avere gravi conseguenze sulla nostra salute. Dobbiamo tornare in piazza x difendere i nostri diritti e chiedere di rafforzare tutele e servizi pubblici. Non permettiamo a nessuno di sottrarci tutte le conquiste che ci hanno permesso di scegliere e di non morire più. Ci siamo fatte sentire! GRAZIE A TUTTE E A TUTTI COLORO CHE ERANO A MANIFESTARE CON NOI! Non ci vogliono grandi mezzi o grandi organizzazioni, proviamo a immaginare cosa accadrebbe se periodicamente scendessimo in piazza, in varie città, contemporaneamente, concordando dei punti semplici e chiari di rivendicazione. A mio avviso, prima di tutto riprendere l’abitudine a stare insieme, a fare cose libere di esprimerci, sentirci parte di un gruppo ampio, senza gerarchie o cabine di regia, ci renderebbe naturalmente un corpo più compatto, entusiaste e meno impegnate in calcoli di astrofisica femminista. Ci vuole un metodo che sappia coniugare riflessione teorica e prassi politica delle donne. Senza la pratica tutto diventa più debole, artefatto e meno incisivo, a volte si rischia l’invisibilità. Ieri c’era un’atmosfera diversa, quella che si respira solo quando noi donne prendiamo in mano il nostro destino e diventiamo parte attiva e promotrice di un cambiamento. Ieri ci siamo incontrate, eravamo arrivate lì tutte fortemente motivate, non possiamo più restare in silenzio, nei nostri salotti, aspettando che qualcosa di maestoso si muova per noi. Lustrini e paillettes non hanno mai fatto per noi femministe. Noi siamo il fattore che fa la differenza, non attendiamo oltre. Ieri abbiamo dimostrato che un drappello di femministe può fare e dire tanto!
Per foto e video:
https://www.facebook.com/events/1650153871924041/
http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/10/10/news/aborto-124796453/
p.s.
Un solo commento: ci dividiamo sempre su tutto, ma quello che crea problemi è sempre l’indipendenza e l’autonomia quando un gruppo di donne prendono in mano i propri diritti e manifestano per difenderli, quando si sceglie di non restare in silenzio, indipendentemente da quello che pensano le massime autorità dei movimenti vari. Una precisazione, le scritte sui muri lungo il percorso erano lì dalla notte precedente. Abbiamo usato il prezzemolo per ricordare a tutt* cosa accadeva prima della 194. Abbiamo usato le nostre voci per far sapere a tutti per cosa manifestavamo. Queste erano le nostre uniche armi pacifiche e libere. Per dimostrare che non siamo scomparse, che siamo ancora qui per difendere i nostri diritti oggi e sempre. Ieri ho ricevuto un dono prezioso: le voci di altre donne, che come me erano lì per ribadire che indietro non si torna. E non ci fermeremo di fronte agli attacchi patriarcali e normalizzatori, di chi ci vuole controllare, di chi ci vuole togliere tante conquiste di civiltà. Ieri eravamo unite nel dire no ai fascisti e al patriarcato, a chi ci toglie i servizi a tutela della nostra salute, a chi ci vorrebbe madri a ogni costo.