Ho scritto un nuovo post per Mammeonline.net, sul tema del congedo parentale.
Qui di seguito un estratto, potete leggere l’intero articolo a questo link:
http://www.mammeonline.net/content/dove-ci-porta-lottovolante-jobsact
“Non credo che tornando subito al lavoro si eliminino totalmente i problemi e le discriminazioni. Solo un soggetto avulso dall’esperienza genitoriale può concepire che rientrare al lavoro dopo i tre mesi di congedo obbligatorio possa essere una strada facile e accessibile a tutti.
Chi gestisce un bambino così piccolo? Tate, nonni (quest’ultima ipotesi è il solito welfare gratuito, che fa comodo a uno stato semi-assente)?
A volte mi chiedo perché ci chiedono di far figli, se poi pretendono che siano altri a gestirli e a educarli al nostro posto.Noi dobbiamo fare figli, ma produrre PIL allo stesso tempo, mettendoci nei panni dei poveri “distributori” di lavoro. Tanto vale non farli i figli. Ieri ero in biblioteca con mia figlia. C’era un bimbo di circa 10 mesi, vestito firmato dalla testa ai piedi, accompagnato da una tata dolcissima. Erano le 19 passate. Mi ha fatto una tristezza enorme.
Lo so, il lavoro è importante, ma questo spesso ci porta a sacrificare cose importantissime, che passano e non tornano più. Anche perché non è detto che il nostro sacrificio e il nostro rientrare al lavoro presto, sia poi riconosciuto dal nostro datore di lavoro. Potremmo essere comunque a rischio, potremmo perdere il lavoro anche se ci mostriamo pronte a sacrificare ogni cosa, anche nostro figlio. Ricordiamoci poi che un figlio non è un bambolotto, nei primi anni i bimbi si ammalano di frequente e avremo bisogno di assentarci.”
Non si vuole spendere per rendere sostenibile il rapporto vita – lavoro, e secondo me c’è un preciso disegno.
Grande disoccupazione, se le donne escono dal mercato del lavoro ecco che la disoccupazione cala
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