Qui di seguito un estratto del mio ultimo articolo per Dol’s Magazine su #autooggettivazione #sessualizzazione #donne #stereotipi e #media
Insegnare, imparare a leggere i segnali che oggettivano i nostri corpi è possibile, per immunizzarci e chiedere che questi messaggi vengano banditi dai media tutti, “sottraendo lo spazio alle donne dell’apparenza a favore delle donne della realtà.” Formazione e informazione adeguate, quindi, che ancora stentano ad affermarsi e a decollare. Devono diventare la regola. Gli anticorpi vanno formati, a scuola, nei centri di aggregazione giovanile, nelle biblioteche, non è più possibile assistere a certe messinscene mediatiche, in cui le donne sono sempre associate al mondo animale, cagne e roba simile. Reiterare ruoli, gesti, comportamenti di un modello per anni veicolato attraverso i media, non ci rende libere, ma è come se ci ingabbiassimo da sole, icone di quel mondo che rappresenta la donna a pezzi (seni, sederi, frammenti senza volto, slegati dalla persona) che dovremmo rigettare. Trent’anni e più di tv e media commerciali, ci hanno immerso in un linguaggio e in una rappresentazione delle donne a pezzi, con inquadrature innaturali, beni di consumo, esposte per aumentare le vendite e gli inserti pubblicitari. Ci ingabbiamo da sole perché questo per anni ci hanno insegnato, ci hanno fatto vedere, ci hanno somministrato. Ci hanno insegnato che questa è la realtà, l’unica valida.
PER LEGGERE L’INTERO ARTICOLO: http://www.dols.it/2016/01/24/non-siamo-pezzi/
Consiglio di lettura: https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2016/01/22/ipersessualizzazione-e-auto-oggettificazione/
[…] https://simonasforza.wordpress.com/2016/01/26/non-siamo-pezzi/ […]
"Mi piace""Mi piace"