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Modelli e tartarughe

su 23 agosto 2016

Riporto le parole di Lidia Menapace, che a mio avviso rivelano un punto centrale. 

“E infine, basta con le polemiche che colpevolizzano le madri che vestono le bambine in modo “seduttivo”. In realtà è il mercato che impone gli stili della moda e i modelli di comportamento, usurpando una funzione della società. Ma il mercato è cieco, letteralmente: non vede gli effetti dei codici che prescrive alla società. E’ alla società, alle persone, che va restituito il potere di dettare le norme dell’agire, di distinguere quelle che comportano offesa o cancellazione o calpestamento dei diritti altrui, di manifestare, in ultima analisi, l’autonomia del costume. Qui c’è un invalicabile stop e chi non lo vede è a rischio di disumanizzarsi, insomma è la barbarie.”

Personalmente aggiungerei il ruolo dei media che veicolano e amplificano questi messaggi e indirizzi di mercato. Il tanto decantato Occidente, che si definisce laico e libero, faro di civiltà, in realtà non riesce a produrre una cultura nuova che permetta alle donne una reale autonomia ed emancipazione. Oltre al ruolo delle religioni, dovremmo preoccuparci anche delle pressioni delle ragioni economiche e finanziarie che impattano fortemente nelle nostre vite. Siamo impaludati in una dittatura del mercato che invade le nostre esistenze, definendo cultura e valori, priorità politiche, sottraendoci, strappandoci di fatto la capacità di scegliere chi vogliamo essere e cosa fare. Tutto è subordinato a un discorso di moda, di tendenze instillate dal mercato, alla ricerca di nuove leve per aprire nuove nicchie e intercettare consumatori. Anche il femminismo diventa pop, fashion, adoperato anche a sproposito per veicolare ogni tipo di roba, di linea, di merci materiali e non. La donna ossessionata dalla tartaruga, descritta in questo articolo fa parte di una china pericolosa mai abbandonata dal giornalismo nostrano. 

Non è né femminismo, né neofemminismo. Non rientra assolutamente all’interno della lotta femminista, anzi è il suo opposto, una mistificazione. L’autodeterminazione è lasciare le donne libere, finalmente indipendenti da canoni estetici etero-dettati. Auspichiamo che i media la finiscano con l’abuso fuori luogo del femminismo, nuova clava o veicolo glam. Auspichiamo che essi sappiano svolgere un ruolo di progresso culturale, che non rappresenti le donne come meri corpi, rispettosi di canoni dettati dal mercato. Auspichiamo che si insegni alle donne a scegliere autonomamente la propria forma umana, mens et corpore. Perché non siamo manichini scolpiti, involucri vuoti. Impariamo a veicolare messaggi diversi. 

Che poi il primo pensiero di una neo mamma possa essere quello di una pancia piatta è l’ennesimo segnale di come si faccia pressione sui nostri corpi e sulle nostre priorità. Dovremmo svincolarci dall’idea di come gli altri ci vogliono. Ancora una volta attraverso i giornali si fa il gioco della cultura patriarcale. Rivendichiamo la nostra felicità che significa saper guardare oltre i corpi e gli ideali di perfezione dettati da ragioni economiche o culturali patriarcali. La nostra bellezza grazie al femminismo è da tempo svincolata dalla minestra patriarcale, anche se ci troviamo ancora immerse in essa e ne paghiamo le conseguenze. Non siamo prodotti in vendita, oggetti da piazzare sul mercato. Siamo individui da rispettare e da rappresentare adeguatamente. Se proprio volete parlare di femminismo fatelo con cognizione di causa, documentatevi. Sono tanti i modi di strumentalizzare le donne, ricordiamoci sempre che i corpi delle donne sono un campo di battaglia. Manteniamoci vigili e attente. Non vogliamo essere usate a fini politici o per sponsorizzare modelli definiti per ragioni di mercato. Siamo  individui portatori di diritti, da rispettare sempre. Non ricordatevi delle donne solo quando facciamo comodo. Il miglioramento della condizione della donna deve essere una priorità sempre. 


5 responses to “Modelli e tartarughe

  1. Paolo ha detto:

    una donna adulta ha tutto il diritto di andare in palestra e scolpirsi gli addominali come del resto fanno molti uomini se è questo che vuole; non è schiava del mercato o dei media, decide lei. E ogni persona uomo o donna si occupa del suo aspetto estetico chi più chi meno per se stesso e per il prossimo, fa parte della nostra libertà non è schiavo dei media.
    (anche chi si mette il burkini per me ha scelto liberamente il problema è che se la figlia sceglie di scoprire mezza caviglia rischia la vita). mi riferisco a persone maggiorenni

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  2. “In fondo, è questa la forma più moderna di neo femminismo. Le sessantottine rivendicavano la parità sessuale. Le nipotine se ne fregano abbastanza del sesso, loro espugnano i simboli della virilità.” scrive il Corriere. I muscoli, simbolo di virilità Ma davvero? Ma ancora?

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  3. Paolo ha detto:

    l’occidente laico e libero qualcosa di buono lo ha fatto dalla rivoluzione francese a oggi e tutti compresa l’autrice ne usufruiamo

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