Accogliamo positivamente le scuse e la decisione del Dott. Andrea Riffeser Monti editore de Il Resto del Carlino per aver rimosso dal suo incarico il direttore Giuseppe Tassi per quanto accaduto.
Qualcosa inizia a cambiare. Sessismo e fat shaming non devono trovare spazio se vogliamo combattere la violenza e il bullismo.
Resta il rammarico per il fatto che la rimozione non sia avvenuta prima per tutti i femminicidi raccontati colpevolizzando la vittima, come avevamo già evidenziato in questo post. A conferma del fatto che se le donne continuano a morire è per molti un problema di minore entità. Si sa che se veniamo uccise o picchiate la colpa è sempre nostra.
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Il gruppo “Chi colpisce una donna, colpisce tutte noi” esprime solidarietà alle Atlete azzurre, e allo stesso tempo indignazione per il trattamento riservato alle stesse, ancora una volta discriminate e colpite da attacchi sessisti e misogini, da parte di un giornalismo che non riesce a comprendere che le parole sono importanti e devono essere scelte con cura per non veicolare messaggi pericolosi e sbagliati, affinché si lavori a costruire una cultura del rispetto. Si discrimina perché per gli uomini e per degli atleti non si sarebbero adoperati simili parole. Il voler sminuire queste atlete, cancellando i meriti e le ottime prestazioni, frutto di duri sacrifici e allenamenti, denota il livello a cui siamo.
Dalla cronaca giornalistica resta solo una valutazione sui loro corpi.
Auspichiamo che il Coni intervenga con forza in merito a queste vicende.
Ricordiamo inoltre che le atlete italiane sono di fatto classificate come dilettanti. Della legge 91 del 1981 sul professionismo sportivo, al momento possono usufruire solo gli atleti uomini di alcune discipline sportive, ma nessuna donna. Le donne sono continuamente soggette a queste rappresentazioni deformate, lo sport naturalmente non ne è esente. Ritorna il vecchio sport del giornalismo italiano: non avere rispetto. Le donne non possono essere rappresentate in questo modo, con pezzi di corpo misurati, esibiti, giudicati. Questo tiro al bersaglio deve finire.
Il Resto del Carlino e tutte le testate giornalistiche che continuano a usare certi titoli e contenuti stanno sostenendo il bullismo e la violenza. Gli attacchi alle atlete rientrano pienamente nel fat shaming.
Aggiornare e adeguare la scrittura, i media alla cultura del rispetto è il primo passo per sbarazzarci di un immaginario stereotipato e violento.
Vogliamo condannare sul serio il bullismo, la violenza? Cambiamo stile e parole: un gesto importante. Sui corpi delle donne non si fa business e se l’obiettivo era vendere copie e accendere i riflettori sulle testate, non ci stiamo e chiediamo agli organismi preposti a vigilare sull’informazione di intervenire. Consigliamo di mettere in pratica ciò che Giulia Giornaliste suggeriscono da tempo. Chiediamo un giornalismo differente che non discrimini e fornisca una eguale rappresentazione tra uomini e donne. Iniziamo dal comprendere che certe frasi sono discriminanti e una vera gogna mediatica. Se non si comprende ciò, ci dispiace ma nessuna scusa sarà sufficiente e accettabile.
Parimenti, quando si parla di femminicidi, stiamo parlando di donne uccise da uomini, queste donne meritano rispetto e non accettiamo che la colpa della loro morte ricada su di loro.
Ieri un altro caso di pessimo giornalismo, sempre su Il Resto del Carlino.
Barbara è stata uccisa due volte, da un uomo e dai giornali che nel 2016 parlano di escort, anziché dire DONNA. Una donna è stata uccisa per mano di un uomo. Una donna. Nessuno può uccidere un essere umano ed essere in qualche modo giustificato. Nessun alibi. Nessuna donna vittima di femminicidio se lo è cercato. Nessuna giustificazione per un femminicidio. La vita di una donna vale al pari di quella di un uomo SEMPRE.
Basta!!
La violenza machista, come il pessimo giornalismo non vanno purtroppo in vacanza.
#senonmirispettinonticompro #liberediscegliere #chicolpisceunadonnacolpiscetuttenoi
Il gruppo “Chi colpisce una donna, colpisce tutte noi”
Qui il post originale sulla nostra pagina.