27 dicembre 2018
Inizio a pensare in modo sempre più convinto che delle donne, delle madri e dei loro figli in questo Paese non interessa a nessuno. Lo dico soprattutto a chi si occupa di politica istituzionale, chi siede nelle istituzioni, chi milita nei partiti e si riempie la bocca ogni giorno di questioni femminili, di rosa e di belletti. Il problema è qui sotto i nostri occhi e continuate a non volerlo vedere. Il silenzio è evidente, ho scritto e postato appelli dappertutto e non è solo una questione di Natale. Che serve essere militante se poi nemmeno riesco a ricevere uno straccio di risposta? Ve lo ripeto, è una vergogna ciò che si sta consumando sulla pelle di Laura, di suo figlio e di tutte le madri nella stessa condizione. E voi cosa vi affannate a fare a inscenare la pantomima attorno al 25 novembre? Ciò che il 25 novembre rappresenta è davanti alle nostre porte di casa ogni giorno. E ci dovete dare una risposta, dovete ascoltare ciò che questa donna continua a raccontare, le sue richieste di aiuto non possono cadere nel vuoto, occorre intervenire ora prima che sia compiuto qualcosa di grave ed estremamente dannoso. Non possiamo sempre agire sulle emergenze, né possiamo pensare che tutto ricada sulle spalle dei singoli, quando c’è una responsabilità plurima, pubblica, politica, collettiva se si giungerà all’allontanamento coatto. Tutto avviene nei nostri tribunali e ci appare incomprensibile come si possa sulla base di una valutazione di una CTU intrisa di cultura pasista, mettere a rischio il futuro, il benessere e l’equilibrio di due persone. Anziché badare ai macrosistemi, muovete tutti gli ingranaggi che potete muovere. Fate qualcosa, intervenite! Rispondete alle sollecitazioni! Cosa serve andare in piazza a manifestare contro il ddl Pillon se poi nei casi concreti non ci siete????!!!!
Scrivo ciò che da settimane sta riempendo i miei pensieri. Da un lato la vicenda di Laura Massaro e di suo figlio mi fa pensare a quanto può essere spietato un sistema che arriva a dare valore a teorie del tutto infondate scientificamente pur di colpire le donne, di sottrarre loro la parte più preziosa della propria esistenza, un figlio, senza valutare bene nel merito né quanto denunciato da Laura, né quanto ribadito dall’assistente sociale, né soprattutto dando ascolto alla parte più sensibile, un bambino che da 6 anni è in balia di un iter giudiziario, avvocati, psicologiche, assistenti sociali.
Un bambino che sta bene nel suo attuale ambiente familiare, che a detta delle insegnanti è sereno e equilibrato sotto ogni punto di vista. Impensabile concepire di allontanarlo da sua madre e da un contesto in cui lui vive bene e cresce circondato da tanto affetto.
Dall’altro c’è il silenzio attorno a questa vicenda, che al di là di soggetti che stanno dando pieno sostegno a Laura, non vede risposte da quei livelli e da quegli ambiti che davvero potrebbero rappresentare e fare la differenza.
Perché qui è in gioco il futuro non solo di Laura, ma di un bambino che rischia a breve di essere soggetto a “prelevamento coatto” per essere portato in una casa famiglia, per un periodo di tempo transitorio e poi di essere affidato al padre in via esclusiva, come disposto dalla ultima Ctu (chiesta dal padre) su basi inconsistenti, che accusa Laura di grave alienazione genitoriale. Siamo ancora qui, giriamo attorno non solo a una valutazione sbagliata, ma che si poggia su presupposti teorici sbagliati, che in un sistema sano, civile non dovrebbero nemmeno poter essere proposti.
Siamo qui, sul ciglio di un provvedimento che pesa come una spada di Damocle su due vite e che rischia di lasciare un segno permanente se nessuno deciderà di intervenire.
Mi affido alla capacità e alla volontà di chi può farlo nelle sedi opportune e preposte.
Mi affido a un barlume di buon senso che affiori nelle coscienze di chi ha in mano questa situazione. Mi affido che si comprenda quanto male può fare un allontanamento siffatto. Personalmente la vedo come una violazione dei diritti umani.
Una donna che pur denunciando violenze psicologiche e atteggiamenti “persecutori” da parte del suo ex, riceve in risposta una valutazione che le getta addosso colpe inesistenti e infondate, attuando un disegno rivittimizzante e colpevolizzante. Laura è seguita da oltre un anno da un centro antiviolenza la cui relazione è stata messa agli atti ed è stata anche fornita alla Ctu, che però ha ritenuto di non considerarla affatto.
Tutta una serie di testimonianze, atti, fattori che avrebbero potuto ricostruire adeguatamente e più conformemente alla realtà i fatti, sembra che non siano stati ritenuti rilevanti in corso di valutazione.
Chiedo un aiuto per Laura e suo figlio, che sono in una situazione ogni giorno più grave, date loro una mano affinché la relazione della Ctu sia fermata, che nessuno intervenga ad allontanare il bambino da sua madre!