Lo scorso 4 ottobre il Consiglio Comunale di Verona ha approvato una mozione, presentata dal consigliere della Lega Zelger, che, impegnando il sindaco e la Giunta a inserire nel prossimo assestamento di bilancio un congruo finanziamento ad associazioni no-choice, di fatto compie un attacco alla Legge 194/1978 che in questi 40 anni ha garantito alle donne di poter scegliere di interrompere la gravidanza in sicurezza, ponendo fine all’epoca delle mammane, del prezzemolo e dei ferri da calza.
Tra i soggetti beneficiari di questa mozione vengono citati: il progetto Gemma e Chiara. Il primo a cura della Fondazione Vita Nova offre un contributo economico per la durata della gravidanza e l’anno successivo alle donne incinte che sarebbero intenzionate a “non accogliere il proprio bambino”.
Il secondo è un progetto del Centro diocesano aiuto alla vita di Verona, e fornisce alimenti e beni di prima necessità o un piccolo contributo economico alle mamme sole in difficoltà. La mozione prevede anche la promozione del progetto regionale ‘Culla segreta’.
Verona: laboratorio per un Medioevo di ritorno. Contro la 194/78, contro i diritti delle donne.
A destare preoccupazione sono soprattutto le premesse.
Nella mozione si concentrano una serie di palesi mistificazioni:
– si sostiene che l’aborto venga usato come metodo contraccettivo. Sappiamo invece quanto questa scelta sia sempre stata ponderata assai bene. Piuttosto ci si preoccupi del fatto che i contraccettivi ormonali sono tutti a pagamento.
– si crea confusione tra pillole abortive e contraccettivi di emergenza, che hanno contribuito a ridurre ulteriormente il numero delle IVG.
– si continua a pensare che le cause che portano le donne ad abortire siano di natura esclusivamente economica e che quindi basti un obolo per dissuaderle.
– il ritorno alla clandestinità è causato dalle difficoltà che le donne incontrano per via delle liste di attesa lunghissime, causate da un’obiezione che in alcune regioni supera grandemente l’80%, costringendo le donne a viaggi anche interregionali per poter trovare una struttura ospedaliera che le accolga.
– si associa la 194 alla crisi demografica, citando i numeri delle mancate nascite.
– si compie un’azione di terrorismo psicologico, paventando rischi psicofisici a carico delle donne che abortiscono.
– si definiscono “uccisioni nascoste” gli embrioni eliminati dopo pratiche di procreazione medicalmente assistita.