Lo scorso marzo, in sordina sui media italiani, è arrivato il nuovo report sulla parità uomo-donna in UE.
Suddiviso in vari capitoli, cerca di toccare i temi più rilevanti in materia di gender equality:
1. Aumentare la partecipazione femminile al mercato del lavoro e la pari indipendenza economica delle donne e gli uomini
2. La riduzione delle differenze salariali e pensionistiche di genere, per combattere la povertà femminile
3. Promuovere la parità nel processo decisionale
4. Lotta contro la violenza di genere e la tutela e il supporto delle vittime
5. Promuovere l’uguaglianza di genere ei diritti delle donne in tutto il mondo
6. Integrazione di genere, i finanziamenti per la parità di genere e la collaborazione tra tutti gli attori.
Il gap occupazionale europeo tra uomini e donne, registra un andamento stagnante (pur rilevando un aumento dell’occupazione per entrambi i sessi) a partire dal 2012-13, con un 12% circa di distanza media, chiudendo nel terzo trimestre 2016 a 77,4% per gli uomini e 65,5% per le donne. Si riduce il distacco nella fascia più adulta di lavoratori, a causa di una tendenza diffusa per le donne a lavorare più a lungo (si pensi alle riforme pensionistiche).
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