Io continuo a guardare all’Unione Europea con enorme speranza. Oggi è stata approvata la risoluzione dell’eurodeputata Liliana Rodrigues “Sull’emancipazione delle ragazze attraverso l’istruzione nell’UE”.
Lo avevo scritto in questo post quanto fosse fondamentale studiare, leggere, avere un’istruzione che permetta di superare stereotipi, cultura sessista, ruoli di genere, segregazione di genere nello studio e nelle professioni, pregiudizi e discriminazioni. Penso che siano passi importanti, suggerimenti da recepire al più presto e da mettere in pratica con impegno e coraggio. Non si può più rimandare.
La relazione propone azioni volte a garantire che tutti i sistemi scolastici nazionali promuovano la parità di genere, incrementando le competenze delle ragazze, per poter migliorare il loro sviluppo personale e professionale.
Vi traduco il comunicato della European Women’s Lobby:
In dettaglio questo documento chiede agli Stati membri di attuare misure educative volte a:
- Combattere gli stereotipi di genere (veicolati dai media, dalla pubblicità, sui libri di testo ecc.) che spesso hanno impatto sull’immagine che hanno di sé ragazze e ragazzi, sulla salute, sull’acquisizione di competenze, sull’integrazione sociale e sulla vita professionale;
- Incoraggiare le ragazze e i ragazzi ad avere un interesse uguale in tutte le materie, al di là di stereotipi di genere nell’orientamento professionale e attitudinale;
- Insegnare l’uguaglianza, la dignità umana e l’autostima per incoraggiare il processo decisionale autonomo e informato per bambine e bambini;
- Educare ragazzi e ragazze sulla sessualità e sulle relazioni con una base di diritti, sensibile al genere, adatti all’età dei bambini e con una selezione scientificamente accurata dei testi per aiutarli a fare scelte informate e per ridurre le gravidanze indesiderate, la mortalità materna e infantile e le malattie sessualmente trasmissibili;
- Promuovere la consapevolezza e il controllo del proprio corpo di donne e ragazze;
- Affrontare omofobia, transfobia e bullismo e aiutare a combattere le discriminazioni in materia di orientamento sessuale e identità di genere e di espressione.
Alcune associazioni reazionarie, come la francese “la manif pour tous” hanno invitato gli eurodeputati a respingere la relazione, con il falso pretesto che l’istruzione è di competenza esclusiva dei genitori e degli Stati membri dell’UE. Va ricordato che l’Unione europea è impegnata a contribuire allo sviluppo di un’istruzione di qualità in Europa sostenendo e integrando le azioni degli Stati membri in questo settore (articolo 165 TFUE) e anche sulla base del suo storico impegno in politiche in materia di parità di genere.
Molte organizzazioni hanno firmato questo appello: http://www.womenlobby.org/spip.php?article7286&lang=en
Assicurare che tutte le ragazze abbiano accesso all’istruzione non basta: l’istruzione pubblica deve anche aiutarli a diventare cittadini autonomi che godano pienamente dei loro diritti sociali, economici, culturali e politici. L’istruzione deve essere uno strumento che aiuta in modo efficace le ragazze e i ragazzi a scegliere la carriera che desiderano e scelgono liberamente, sia per quanto riguarda la loro vita personale e sessuale.
Da noi, se ne parla nella nuova riforma scolastica (LEGGE 13 luglio 2015, n. 107 art. 16), ma occorre capire chi e come è in grado di fornire questo tipo di educazione. Certamente non si può improvvisare e devono essere previsti percorsi dedicati e ben strutturati. Iniziamo sin dai primi anni scolastici a cambiare cultura e a combattere le discriminazioni.
Sì, sono che qui i bigotti la chiamano teoria del Gender e sono disposti a far morire gli altri per combatterla
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