Nessun cliente sembra preoccuparsi delle vittime di tratta di cui hanno abusato. Questo il titolo di un post di Jacqueline S. Homan, che vorrei proporvi (QUI l’originale).
Solo il 15% degli uomini sono clienti (che godono di una protezione sociale e sono degli stupratori legittimati).Circa il 60% di loro sono uomini sposati o impegnati in relazioni stabili e di lungo periodo. Il 100% di costoro finanzia i 32 miliardi di dollari dell’industria commerciale dello stupro. Tutti sostengono di essere contro il traffico sessuale. Tutti sostengono di essere preoccupati delle sopravvissute al traffico sessuale. Ma allora perché si nega un risarcimento e una giustizia riparativa alle sopravvissute?
Invece la società è più interessata a proteggere i privilegi dei clienti. Perché questi clienti sono “bravi ragazzi”, i “pilastri della società”, che in qualche modo sono più meritevoli di protezione delle ragazze e dei bambini che loro pagano per umiliare, stuprare e abusare, e persino uccidere, mentre la società continua ad essere convinta che loro non facciano nulla di male, che non sono dei mostri che distruggono veramente le vite delle loro vittime.
Ma nemmeno a un singolo cliente interessa se la donna o ragazza che viola e abusa sessualmente, che umilia, picchia, tortura, penetra e nella quale eiacula, è costretta a subire quegli atti dietro minacce di percosse o di morte da parte dei magnaccia o dei trafficanti di corpi.
Neppure un singolo cliente importa che lei non vorrebbe essere lì per lui e vorrebbe scappar via da quella vita, ma non ha via d’uscita, se non forse attraverso il suicidio.
A nessun cliente importa se lei è più giovane delle proprie figlie, per le quali egli non vorrebbe mai che ci fossero altri uomini che compiono ciò che sta facendo alla ragazza che ha pagato per avere il “diritto” a fare cose che la moglie o la fidanzata non tollererebbero mai.
Nessun cliente si preoccupa delle invalidità permanenti, come l’incontinenza urinaria, che infliggono alle donne per il resto della loro vita, a causa delle violenze sessuali compiute sui loro corpi adolescenti. Non ti piace ciò che sto facendo? Fa male? Attaccati al c****. Sto pagando. Stai zitta. Non sei altro che carne.
A nessun cliente interessa se la sua “vittima da letto” non vuole farlo senza preservativo – non è un problema del cliente se lei andrà incontro a una gravidanza indesiderata, con tanto di bambino a sorpresa come risultato.
A nessuno importa se infettano la donna con una malattia incurabile e mortale, per le quali non può ottenere cure adeguate (mentre lui può) – che è ciò che i suoi soldi e i suoi privilegi maschili gli danno il diritto di fare.
A nessun cliente interessa se la ragazza che loro si sentono in diritto di scopare non è abbastanza grande nemmeno per consegnare i giornali.
Nessun cliente ha l’interesse a lavorare per una società più equa e paritaria per le donne, affinché esse, come le loro figlie, non siano povere a causa di ridotte opportunità di lavoro, situazione derivante dalla discriminazione nei confronti delle donne, alle quali viene offerta un’unica possibilità: prostituirsi.
Nessun cliente si preoccupa di niente e di nessuno, tranne che di avere libero accesso a tutte le donne e bambini che il resto della società offre loro su un piatto d’argento, come scudi umani sui quali sfogare i loro impulsi peggiori, malati e oscuri, in modo tale da che le donne e le ragazze “per bene”, delle classi sociali migliori, possano essere risparmiate da questo tipo di esperienze.
Allora, PERCHE’ così tante persone nella società – compresi i professionisti altamente privilegiati che si definiscono oggettivi, imparziali, illuminati e ispirati dalla logica – sono più interessate a proteggere la SUA reputazione di uomo, la sua carriera e il suo “diritto” che va ad arricchire gli sfruttatori, a disumanizzare e a stuprare, a infrangere le speranze di donne e ragazze, distruggendo le loro vite – che a proteggere e a sostenere i diritti umani delle povere sopravvissute e pretendere un valido risarcimento per loro?
Io avevo solo 13 anni. Cosa ho fatto io per meritare di essere gettata via e non avere alternative ai bassifondi, e vedermi mettere una pietra tombale addosso per essere stata venduta dai 13 ai 17 anni senza via di uscita, e dopo essere lasciata morire povera a causa dello stigma e dell’esclusione dal mondo del lavoro per il resto della mia vita a causa di ciò che mi è stato fatto da altri?
Come si fa a pretendere di essere un difensore dei diritti umani delle sopravvissute, chiedere giustizia e poi sostenere che quella roba va bene in nome della “libertà”? Libertà di chi?
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