Il 12 marzo è stato approvato dal Parlamento Europeo il «Rapporto annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo 2013 e la politica Ue in materia». Testo (QUI) molto ricco e importantissimo sotto vari aspetti. Un ottimo lavoro del suo relatore Pier Antonio Panzeri (PD).
Cito il Corriere della Sera (qui):
“Le unioni civili e il matrimonio tra persone dello stesso sesso sono un diritto umano. A dirlo è il Parlamento europeo. Che giovedì ha approvato a larga maggioranza (390 sì, 151 no e 97 astensioni) la «Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo», curata dall’europarlamentare pd Pier Antonio Panzeri. Con cui, al punto 162, si «incoraggiano governi e istituzioni a contribuire alla riflessione sul riconoscimento di queste unioni». Un documento che ha diviso il voto degli europarlamentari del Partito Democratico. Tra le cui file ci sono stati 1 non voto (Silvia Costa), 2 no (Luigi Morgano e Damiano Zoffoli) e 2 astenuti (la capodelegazione Patrizia Toia e Caterina Chinnici).
L’Italia è uno degli ultimi 9 nove Paesi Ue – su 28 – a non prevedere alcun tipo di tutela per le coppie omosessuali”.
A voi le considerazioni sugli astenuti e sugli italiani del gruppo S&D che hanno votato contro.
Direi che l’Italia non può più rimandare la realizzazione di una tutela giuridica delle coppie omosessuali.
Contemporaneamente è passato quasi in sordina un altro paragrafo importante del testo Panzeri.
Nella parte riguardante i “Diritti delle donne e delle ragazze” (che vi invito a leggere per intero perché è cruciale per le questioni di genere), troviamo i paragrafi 135 e 136, da incorniciare per ciò che puntualizzano:
135. invita l’UE a partecipare attivamente alla 59ª sessione della Commissione sulla condizione delle donne e a continuare a lottare contro ogni tentativo di minare la Piattaforma d’azione di Pechino delle Nazioni Unite in relazione, tra l’altro, all’accesso all’istruzione e alla salute quali diritti umani fondamentali e ai diritti sessuali e riproduttivi.
136. deplora il fatto che i corpi delle donne e delle ragazze, in particolare riguardo alla loro salute sessuale e riproduttiva e ai relativi diritti, rimangano a tutt’oggi un campo di battaglia ideologico e invita l’UE e i suoi Stati membri a riconoscere i diritti inalienabili delle donne e delle ragazze all’integrità fisica e all’autonomia decisionale per quanto concerne, tra l’altro, il diritto di accedere alla pianificazione familiare volontaria e all’aborto sicuro e legale, la libertà dalla violenza, compresa la mutilazione genitale femminile, i matrimoni infantili, precoci e forzati e lo stupro coniugale.
Per l’analisi del voto nel dettaglio, riprendo il contenuto del post di Daniele Viotti (qui):
Il PPE ha richiesto voto nominale sul voto separato 2 la dove si fa riferimento «ai diritti sessuali e riproduttivi». Il gruppo S&D suggeriva il voto favorevole.
Hanno votato contro: Morgano, Zoffoli.
Astenuti: Costa.
Sul punto 136:
Il PPE ha chiesto il voto nominale su 3 split vote.
Si richiedeva la cancellazione, nell’ordine:
- Del riferimento alla salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti (136/2);
- Del riferimento all’autonomia decisionale per accedere alla pianificazione familiare volontaria (136/3);
- Del riferimento all’autonomia decisionale per accedere all’aborto sicuro e legale (136/4).
Il gruppo S&D suggeriva il voto favorevole su tutti e tre gli split.
Voto nominale sullo split vote 136/2
Hanno votato contro: Morgano, Zoffoli.
Voto nominale sullo split vote 136/3
Hanno votato contro: Morgano, Zoffoli.
Voto nominale sullo split vote 136/4
Hanno votato contro: Morgano, Toia, Zoffoli.
Astenuti: Danti
Ci hanno provato, ma questa volta non ci sono riusciti.
Questa la conferma:
Si parla di diritti inalienabili e di come siano ancora un “campo di battaglia ideologico”. C’è un invito agli Stati a riconoscere questi diritti e a consentire l’accesso ai servizi che servono a renderli attuali. Viene sancito in modo chiaro e inequivocabile il diritto per le donne di scegliere se proseguire o meno la gravidanza e ad essere tutelate nel caso decidano di interromperla. Un paragrafo che segna una svolta. Questa volta ci siamo.
Con Tarabella e l’emendamento del PPE non si era vinto nulla, nemmeno sul piano simbolico.
Avremmo avuto un cambiamento simbolico se non ci fosse stato quel “ma”. Io non mi stancherò di analizzare i fatti e di esprimere le mie opinioni. Le cose possono cambiare solo se guardiamo in faccia la realtà e ne rileviamo le contraddizioni e ciò che non va.
A coloro che si reputano soddisfatte del testo Tarabella, come se fosse una vittoria, rispondo: “Quella annotazione, messa tra i due paragrafi 45 e 47, non è stata messa lì per caso. Anche perché il suo tono (rassicurante) è estremamente diverso dal contesto. E’ lì per sottolineare che nulla cambia. Sappiamo bene che essendo una risoluzione di carattere non legislativo (e questo l’ho più volte sottolineato) non sarebbe stato un problema farla passare senza quell’emendamento del PPE. Perché tanto affanno? Invece hanno messo lì quel dettaglio, volto a ribadire che ogni Paese resta libero di fare come meglio crede. E tutto il resto è lettera morta.. Se poi vogliamo plaudere al compromesso politico tra PPE e S&D, facciamolo pure, ma poi non lamentiamoci che nulla cambia in Europa e nel nostro Paese. C’è un peso del simbolico più forte dei testi legislativi o delle relazioni parlamentari. Questo è mancato. E non esistono promesse che valgano a rassicurarci. Dobbiamo attendere fiduciose che qualche anima buona in Europa promuova qualche best practice per tradurre in realtà queste dichiarazioni di principio? Se questo è il contesto, rischiamo di aspettare secoli. Vi invito a un’analisi meno frettolosa dei fatti. Soprattutto per riguardo a tutte le donne che vedono i propri diritti schiacciati e calpestati a causa di “mediazioni” politiche “prospettiche”. Non possiamo accettare questo tipo di giochetti sulla pelle delle donne.
Oggi, al contrario, posso dire che con il testo di Panzeri possiamo guardare all’Europa con più ottimismo. Restano dei dubbi sulla valenza di queste risoluzioni, e sulla loro compatibilità di fondo. Queste risoluzioni, anche se non sono vincolanti, potrebbero fare da volano per alcune riforme nazionali urgenti.
La sostanza della pronuncia del Parlamento, con la risoluzione Panzeri, è cambiata, senza scalfiture volte a mantenere lo status quo. In questo rapporto si esplicitano molte più cose in materia di diritti delle donne e delle ragazze, si chiamano le cose con il loro nome, senza adoperare giri di parole o eufemismi e perciò posso sentire che un vento diverso si è alzato. Dobbiamo sostenerlo e mantenerlo vivo, approfittarne il più possibile anche in Italia. Dobbiamo tornare a parlare di 194. Dobbiamo tornare a parlare di contraccezione di emergenza, perché non resti il percorso ad ostacoli che è oggi.
QUI l’infografica di VoteWatchEurope.