Il mondo è pieno di “battaglie” più o meno importanti. Oggi ho scoperto che c’è chi si batte per eliminare i compiti a casa. Un mostro che soffoca i poveri alunni!! Attenzione pericoloso, maneggiare con cura.
Ho letto questo articolo e sono in linea di massima d’accordo con le sue linee generali. Ma vorrei sottolineare che i compiti sono un modo per far acquisire ai propri figli una graduale autonomia nello studio. Altrimenti ci troveremo un mucchio di adolescenti o di ragazzi alle soglie dell’università, che non sapranno da che parte iniziare per preparare una tesina, un esame, una ricerca, un lavoro che implica uno studio sistematico e organizzato. I compiti a casa non sono stati ideati per capriccio, ma per preparare i bimbi e i ragazzi a un tipo di studio in cui la concentrazione, l’organizzazione, il metodo sono gradualmente acquisiti e diventano gli strumenti per poter affrontare ciò che ti verrà richiesto non solo all’università, ma soprattutto nella vita. Si impara a fare da sé, a ragionare da sé, a riflettere, attraverso lo sforzo personale, sbattendo la testa sui libri, un po’ ogni giorno. Lo studio di gruppo, che in alcuni casi è importantissimo, non permette di sviluppare le stesse capacità. Per cui io sono per un sistema misto. Personalmente penso che il lavoro da soli a casa serva a consolidare ciò che si è appreso in classe, che dia la possibilità di soffermarsi su alcuni punti e di evidenziare eventuali aspetti non chiari, da approfondire successivamente con l’insegnante. Con i compiti a casa impari a organizzarti il tempo, a capire quanto ti serve per ciascuna materia, a velocizzare e a razionalizzare il tuo studio, insomma a fare cose che ti serviranno in futuro. Naturalmente, anche i compiti a casa dovrebbero essere dispensati con intelligenza e devono rientrare in un progetto educativo ben strutturato dall’insegnante. In pratica, gli insegnanti dovrebbero saper strutturare la didattica in modo tale da massimizzare al meglio i risultati del tempo di studio a scuola e a casa.
Torniamo al desiderio di cui parlavo all’inizio del post.
Ho riflettuto a proposito e sono giunta a una conclusione. Sapete il motivo? I figli devono essere “compiti free” sia durante la settimana, ma soprattutto nei weekend, per poter seguire i genitori nei loro tour di acquisto, shopping, montagna, sport, perché così l’economia gira. Se i genitori e i figli son bloccati a casa dalla “zavorra” dei compiti, non possono sufficientemente adempiere al loro ruolo di consumatori compulsivi. I compiti tagliano una fetta di consumo. Chissenefrega del domani, dell’autonomia dei figli nello studio ecc. NULLA!! Siamo talmente ciechi e sordi!
Penso anch’io che il reale motivo si quello di liberare i “genitori” dai compiti dei figli.. il mio ex compagno, che è insegnante in un liceo, diceva che i ragazzi non avevano un metodo di studio individuale, quindi nel biennio dovevano imparare come studiare e poi negli altri tre anni studiare.. ma prima del liceo ha insegnato alle medie e non so cosa dicesse allora, forse dava colpa alle maestre?.. 🙂
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Sai, penso che le cose si debbano imparare gradualmente, soprattutto il metodo di studio. Ogni materia e ogni grado di istruzione ha le sue peculiarità. Certo, diventa difficile iniziare alle superiori, qualcosa che avresti dovuto intraprendere prima, in modo graduale. Ecco perché è tanto complicato essere un insegnante, un compito complesso e delicato. Se un ragazzo non ha un metodo di studio, anziché ricercare le cause pregresse, l’unica cosa da fare è fornirgliene uno 🙂
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http://www.lafeltrinelli.it/libri/meirieu-philippe/i-compiti-a-casa/9788807170614 Sull’argomento mi è piaciuto molto questo testo. Lo conosci?
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Non lo conoscevo.. mi sembra interessante! grazie per il suggerimento 🙂
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