Ieri sera ho avuto l’onore di assistere allo spettacolo di Anna Marchesini al Piccolo di Milano. Qualche impressione per non veder svanire ciò che ho provato. Lei ti trascina in un turbinio di emozioni, pensieri sino alla fine ed il tempo scorre in un attimo. Inizia piano, per incalzare man mano il ritmo. L’atmosfera si scalda e i personaggi prendono forma. Le voci, i silenzi, i rumori, le parole centellinate e scelte una ad una scorrono via. Ti senti portare su su, in alto. Il movimento è dato dalle parole, dai suoni, dal ritmo della voce. Scava nelle coscienze, nelle sensazioni fisiche che si confondono con quelle della mente. Scava nella vita. Ieri è andata in scena la vita, una vita interiore soprattutto, sapientemente raccontata, raffigurata con un lessico arcaico e antico, onomatopeico, in grado di riportare sul palcoscenico una miriade di sensazioni e altrettanti rimandi. E’ prosa e poesia di rara bellezza e perfezione. Un uso sapiente della lingua italiana che prende strane forme, perfette e imperfette allo stesso tempo, ma sono quelle giuste. Nulla è lasciato al caso. Personaggi accompagnati per mano da Anna, che è un’autrice premurosa e attenta. Una narrazione fuori dal tempo e dallo spazio. Il buio e la luce (mirabilmente descritti, che sembrava quasi di poterli toccare e sentirne l’odore) a fare da attori in carne ed ossa, co-protagonisti con Cirino. I ricordi e le percezioni di Cirino, sono mirabilmente trasmesse. E poi attimi di pura filosofia. Attimi di comicità affidati alla signora Olimpia. La vita incomprensibilmente scossa da una “moscerina”, un evento capace di sovvertire e di rivoluzionare tutto. Anna ha lavorato molto sulla sua coscienza e nella conoscenza della sua realtà interiore. Questo lavoro non è semplice teatro, ma il risultato di un lavorio incessante e profondo su se stessa. Il viaggio che tutti noi dovremmo compiere. Il risultato è stupendo, un puro incanto di genialità. Alla fine c’è il desiderio di innalzarsi con lei in volo, sentirsi leggera e con la chiara percezione di ciò che si è. Le sono grata per questo prezioso momento di teatro, in cui non ero solo spettatrice, ma ero parte della scena e della magia che andava e veniva dal palcoscenico. L’energia andava e veniva da Anna a noi pubblico e le tornava indietro. Quando si è chiuso il sipario Anna ha cercato di opporsi a quella sorta di strappo, di interruzione di quella magia che si era creata: ha fatto più volte capolino attraverso la tenda rossa e con i suoi occhioni ci ha abbracciati tutti con un calore immenso. Anna luminosa, di una luce che ti arriva dentro, in fondo. Non posso che dirle grazie ANNA!