In Francia, i concorsi di bellezza per bambini diventano illegali. Sicuramente vi sarà capitato di vedere qualche immagine dei concorsi che si organizzano negli USA. Il tema è stato trattato con intelligenza nel prezioso film Little Miss Sunshine. Ma la realtà è da film horror. Le immagini parlano più di ogni discorso: i volti, i vestiti, gli atteggiamenti, insomma tutto è devastato nei minimi particolari, per trasformare le bambine in adolescenti e piccole Barbie. Sotto una coltre di trucco, capelli cotonati, possibilmente biondo platino, ci sono bambine, esibite come al mercato del bestiame, senza la possibilità di dire no a questo “progetto genitoriale”. Questa bella abitudine di sfruttare le cosiddette “potenzialità” dei figli per guadagnarci su. E allora concorsi a go go. Ce ne sono anche in Italia, non ci facciamo mancare niente, soprattutto quando si tratta di “usanze” negative. Ma facciamo finta di non vederli. Esiste anche una “Carta di Milano” per il rispetto dell’immagine dei bambini nella comunicazione commerciale, un documento messo a punto da più di 70 esperti di comunicazione e pubblicità, che può essere sottoscritto on line qui. Ma cosa accade nella realtà? Se guardate la pubblicità che passano su canali per bimbi (anche RAI), siete sicuramente a rischio gastrite. Ci sono spot con modelle piccolissime, la cui età appare indefinibile a causa del trucco e delle movenze. In pratica, è come cancellare un’intera fase della vita, l’infanzia, e sostituirla con una lunga e glitterata adolescenza, con tanto di pubertà mentale inculcata con violenza subdola. Mi chiedo che senso abbia poi regalare un beauty con i trucchi insieme a un paio di scarpe.. L’ideatore di queste campagne di marketing deve avere una percezione “disordinata” di cosa vuol dire essere bambina. Chi controlla i messaggi che vengono passati? Perché diamo ai bambini una visione adultizzata dell’infanzia? L’infanzia se non viene tutelata e preservata da queste violente intrusioni, sarà un’occasione persa per sempre per diventare grandi, ma grandi veramente, cioè maturi e senza sovrastrutture che ci rendono dei fantocci senza consapevolezza di noi come individui. Diventeranno dei puri consumatori passivi, incapaci di incidere nel mondo e di conoscere e rivendicare i propri diritti. In più, cresceranno con la convinzione che l’unica cosa importante è la bellezza e l’involucro. Poi non lamentiamoci che ci sono persone che passano la loro adolescenza e poi tutta la vita nell’ossessione di diventare belle, restare belle e trasformarsi in cigno. Caspita, ci sarà qualcos’altro su cui concentrare le proprie energie! Posso dire una cosa? Non mi piace ad esempio questo racconto. Perché non raccontiamo storie diverse? Quella trasformazione in cigno potrebbe non avvenire in senso estetico, ma potrebbe sbocciare una persona ‘bellissima’ per il suo carattere, la sua simpatia, la sua intelligenza, i suoi difetti e il suo essere semplicemente UNICA. Perché non ne parliamo mai? Perché i nostri orizzonti devono sempre essere limitanti e limitati da storie con tanto di happy ending zuccheroso? Sarebbe il caso anche di raccontare il processo che ti porta ad accettarti così come sei. Questo può avvenire unicamente se non si bruciano tutte le tappe dei primi anni di vita e si permette ai bambini di crescere ognuno con i suoi tempi.