Vi sottopongo un problema su cui riflettere. I numeri della diffusione/diagnosi dell’ADHD (Attention Deficit Hiperactivity Disorder) parlano da soli: 11% negli USA, che consumano anche l’80% degli psicofarmaci prodotti nel mondo. Meno dell’1% in Italia. Qui un articolo uscito sul Corriere. Da cosa dipende? Un rapporto con i farmaci diverso, una maggior facilità nel ricorrere ai farmaci come panacea per ogni cosa, anche per una malattia che forse non è tale? Una necessità di incasellare gli esseri umani sin dall’infanzia, affinché siano pronti a produrre? Somministriamo psicofarmaci perché è più semplice che andare a capire e a curare le cause di un disagio o di una malattia? Cosa ci aspettiamo dai nostri figli? Vogliamo dei figli o dei robot? Siamo veramente in grado di diagnosticare l’ADHD, con assoluta certezza? Le multinazionali dei farmaci che ruolo hanno in questa vicenda? Siamo sicuri che non ci siano alternative alla prassi che preferisce e sceglie di “anestetizzare” con psicofarmaci devastanti? Come si può diagnosticare questa patologia, se tale è, in un bambino di 1 anno? Quali sono i parametri del “normale”. Guardando lo spezzone del documentario nella scuola americana, mi è sembrato come un lager, bambini bollati e classificati “da correggere, a suon di farmaci e di vita iper-regolamentata. Per raggiungere l’ideale dell’uomo medio americano. Mi son venuti i brividi.
Il numero dei casi è evidentemente sovradimensionato, con ripercussioni irreversibili sui minori coinvolti. Ma questo abuso di sostanze e di diagnosi provoca anche un altro rischio: in questa storia assurda e con il proliferare di questa patologia, diventa difficile concentrarsi su coloro che effettivamente hanno questi problemi, trovare soluzioni alternative ai farmaci, terapie migliori, indagare sulle origini di questo tipo di disagio o malattia, che potrebbe non solo non avere un’unica causa e un’unica fattispecie, ma potrebbe richiedere interventi diversificati e più mirati. Occorrerebbe anche affinare le tecniche di diagnosi, per evitare errori.
Somministrare una pillola forse è più semplice che curare in altro modo, ma fare il medico non deve limitarsi a curare i sintomi superficiali, ma capire che di fronte ha un essere umano unico e irripetibile, con una storia, dei pensieri, delle esigenze, dei diritti.
In america le lobbies farmaceutiche sono potentissime, come si è visto contano,più del presidente.
Anche se alcune cose non mi convincono, ci sono delle risposte interessanti:http://www.youtube.com/watch?v=FV7XS-1ix8Y&hd=1
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Ti ringrazio Ida per il video che mi hai segnalato. Ci sono degli elementi utili e che in parte richiamano i miei dubbi, che esprimevo in questo post. Alcuni degli errori del sistema educativo citati, li ho vissuti in prima persona e alcuni dei miei professori avevano un concetto educativo più simile a una “gabbia”. Ma questo varia molto da insegnante a insegnante. Perché sono le persone che fanno la differenza e riescono a rimediare alle lacune di un sistema scolastico/educativo.
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pensa io sono stata bocciata in prima elementare.per problemi comportamentali, avevo una maestra vecchio stampo, ci faceva stare tutti irregimentatati come militari, e mi ricordo che mi veniva il mal di stomaco.. l’essere bocciata ti crea un’autostima vicina allo zero, ma si può dire che è stata anche la mia fortuna, perchè con la nuova maestra la scuola è stata tutta un’altra cosa.. poi le superiori ho trovato dei professori eccezionali, che devo ancora molto a loro.. quindi si, chi trovi è importante. molto importante.
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