“Oggi non c’è più bisogno di riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza in quanto chi contesta l’accettabilità morale dell’interruzione di gravidanza può sempre scegliere una professione o specializzazione che non prevede questa pratica”.
Così leggiamo nel commento della Consulta di bioetica onlus, al lancio della terza campagna il ‘Buon medico non obietta’. Qui e qui potete trovare maggiori informazioni sulle tappe di questa iniziativa che dal 6 al 30 giugno in varie città italiane, vedrà svolgersi dibattiti e incontri per sensibilizzare la popolazione su una tematica così importante, delicata e che visto il numero elevatissimo di obiettori, sta diventando un vero e proprio ostacolo all’applicazione della 194.
La Consulta di Bioetica chiede “l’abrogazione dell’articolo 9 della legge 194″, quello che prevede il diritto all’obiezione degli operatori. La Consulta di Bioetica si batte affinché “la somministrazione della pillola abortiva RU486 su tutto il territorio nazionale in regime di day hospital e anche nei Consultori familiari, come già avviene per esempio in Toscana”.
In effetti, i numeri elevatissimi di coloro che scelgono di obiettare sono alquanto sospetti. Ho già in passato argomentato le mie perplessità a riguardo. A questo punto sarebbe il caso di suggerire ai signori obiettori, che se non se la sentono di svolgere la professione al 100%, per ragioni di coscienza o confessionali, sarebbe auspicabile che scegliessero una specializzazione che non preveda di svolgere aborti. Il medico va fatto con responsabilità e convinzione, non solo per l’alta remunerazione. Questo all’università non lo insegnano, è una dote innata. Buon lavoro, a ciascuno secondo le proprie attitudini e capacità. Di etica quando ci sono di mezzo i soldi e la carriera non se ne vede nemmeno l’ombra.
Aggiornamento del 2 luglio 2014
Qui un articolo di Silvia Vaccaro sulla giornata conclusiva della Campagna.
Qui la registrazione dell’ultima giornata.