Oggi mi riallaccio a un articolo di Giulia Montanelli, che ci riporta la realtà olandese in tema di educazione sessuale, tutela della salute sessuale e riproduttiva della donna, prevenzione e contraccezione.
Il confronto con la 194 e con la legge che istituì i consultori (n.405/75) mostra tutte le crepe di norme che da noi sono state boicottate e applicate solo in parte.
Gli strumenti in Italia ci sono, peccato che ci sia di mezzo l’obiezione di coscienza in dosi massicce e le funzioni e le attività dei consultori siano state tagliate a più riprese ed oggi, in ottica di spending review, vengono ritenute un lusso da ridurre, accorpare e spremere ulteriormente come un limone.
L’educazione sessuale dovrebbe essere una delle competenze dei consultori familiari. Purtroppo i consultori hanno sempre meno risorse da impiegare. In Lombardia, a Milano, ad esempio, i consultori hanno dei progetti di educazione sia rivolti agli insegnanti (che a loro volta devono trasferire le informazioni ai ragazzi) sia agli studenti, che diventano poi “educatori” tra pari, in pratica diventano divulgatori verso i compagni di quanto appreso dal personale dei consultori. Questi progetti sono facoltativi, in pratica è il singolo istituto che sceglie se aderirvi o meno. Per cui in primis spetta alla sensibilità del personale scolastico e del dirigente la scelta se attivarsi o meno. Il problema ulteriore è che le risorse dei consultori familiari pubblici si restringono, mentre i privati accreditati, molto spesso confessionali, dotati di maggiori disponibilità economiche e di personale, hanno un più facile accesso nelle scuole. Sappiamo tutti che i risultati di un insegnamento laico e di uno di stampo confessionale, non sono esattamente identici.
Dobbiamo parlare di più e meglio di contraccezione, fare prevenzione, sfatare miti e pregiudizi e diffondere consapevolezza di sé, del proprio corpo e della salute. Perché questi erano i principi e gli obiettivi delle normative italiane in materia. Dobbiamo far diventare la sessualità un processo di maturazione condiviso, condotto in parallelo, uomini e donne, ragazzi e ragazze. I risultati olandesi, frutto di un approccio aperto e concentrato sull’informazione preventiva, dimostrano che non basta varare delle norme adatte, ma occorre supportarle e applicarle sino in fondo. Crediamoci e lottiamo fino in fondo per non tornare indietro e per sgombrare il campo da falsi miti.