Siamo qui a poche ore da queste europee. In Italia non c’è solo la dicotomia tra europeisti ed euroscettici, ma questa tornata elettorale è caricata di un aspetto ulteriore, che in qualche modo ha deformato la trasmissione dei contenuti: una verifica governativa, la ricerca di un plebiscito delle urne che legittimi un esecutivo auto-generatosi e auto-insediatosi. Il 26 avremo la risposta.
Al di là di questo aspetto, nel corso di questa campagna elettorale si è parlato tanto di pinkwashing, una sorta di lavaggio del cervello e di martellamento mediatico su quanto siano rilevanti e importanti le donne in politica. Ancora una volta siamo cadute in trappola, adoperate come strumento politico-pubblicitario dal meccanismo partitico. Il mondo politico maschile sembra essersi accorto di noi solo oggi, interessato a trainare le liste con uno specchietto elettorale, un po’ di smalto e rossetto per nascondere un’avversione profonda a molte delle istanze che tutte le altre donne, fuori dai partiti, portano avanti. Perchè appare abbastanza chiaro che poche di quelle donne candidate ci vorranno e ci potranno aiutare realmente. Ho sempre pensato che la scelta del voto dovesse passare per i contenuti programmatici e per il background del candidato. Per cui seguirò anche questa volta questa regola personale. Ho oculatamente selezionato le mie preferenze, basta ragionare autonomamente e documentarsi. Le persone valide ci sono, basta sceglierle con attenzione. Chi parla di sorellanza, non conosce bene le dinamiche di partito, perché molte donne (parlo di militanti e non) scelgono non per affinità di genere, bensì per interessi personali. Mi spiego meglio. Tra un candidato inadeguato e una donna capace, si sceglie spesso di sostenere il primo, se questo può assicurarti un vantaggio all’interno del partito o fuori. Così si creano correnti non in stile rosa, bensì in funzione delle probabilità di trarre vantaggi diretti dal sostegno a un candidato.
Penso che l’unica cattiva abitudine da sradicare sia appunto questa modalità di scelta.
Finché non saremo in grado di fare diversamente e di applicare un ragionamento appropriato, i risultati saranno sempre deludenti e naturalmente mai a vantaggio delle donne e tantomeno della collettività.
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