Questo articolo riassume molto bene tutta la storia della #Legge40 sulla PMA.
Nel corso della lunga analisi mi è apparso molto chiaro che questa normativa ha deliberatamente creato un tappo, incostituzionale, ma che ha necessitato un intervento demolitorio a suon di sentenze, prima di essere reso inefficace. Nel frattempo sono trascorsi 10 anni. Se ci pensate è un tempo enorme, disumano, perché a pagare sono state le coppie, le donne, le persone, noi. Inoltre, le battaglie legali non sono a costo zero e ancora una volta una legge dello stato viola il diritto all’uguaglianza in modo plateale. Viola il diritto a vedersi garantita una normale prassi che tuteli la salute. Per questioni ideologiche e confessionali tutto questo è stato negato e congelato per 10 anni. L’Italia da stato laico solo in teoria, si è trovata a fronteggiare questa ondata mai sopita di una politica che ha consapevolmente preso le parti, ma non delle persone. Siamo un paese in cui ci si deve arrangiare sempre. La Legge 40 non ha colpito tutti, ma solo coloro che non potevano permettersi di andare all’estero e chi non poteva permettersi una causa in tribunale. 10 anni sono tanti per chi desidera un figlio. 10 anni sono un macigno troppo grosso da rimuovere. Le nostre coscienze devono risvegliarsi e organizzarsi per evitare il ripetersi di un nuovo disastro legislativo in materia. Dobbiamo mobilitarci e difendere i diritti di tutti, chiedere l’applicazione di leggi che tutelino le persone e che sia garantita la piena realizzazione di quanto prescritto da leggi come la #Legge194. Abbiamo visto che quando c’è una volontà politica forte, le leggi nascono e vengono approvate velocemente. Nel caso della Legge 40 è stato plateale, purtroppo. Bene, ora cerchiamo di procedere con la stessa celerità a fare una norma seria e utile per aiutare le persone. Una norma non deve aprire un calvario, ma aiutare le persone e garantire che i diritti fondamentali non vengano schiacciati.
“Sappiamo bene che non basta una sentenza – per quanto, una volta tanto, positiva – a garantire le donne, ma servono percorsi di autorganizzazione e di lotta capaci di rivendicare diritti e di mostrare i reali bisogni di chi li attraversa”.
Mobilitiamoci e vigiliamo, perché i diritti sono fragili, hanno bisogno di essere difesi e una volta persi ci vuole molto tempo prima di sanare la situazione.
Per la cronaca, esiste una proposta di legge (qui un articolo di Chiara Lalli, che ne spiega bene i termini e le contraddizioni) presentata da Gian Luigi Gigli e Paola Binetti sulla PMA. Si chiama “Norme sulla attuazione del principio del contraddittorio nei procedimenti civili in materia di PMA”, prevede la figura di un curatore speciale, il curatore dei nascituri. Insomma, tra poco avremo un tutore anche del nostro desiderio o della nostra idea di diventare genitori. Una sorta di “lega di protezione” a priori.