Nel 2005, la rivoluzione dei tulipani in Kirghizistan era riuscita a mandare a casa il corrotto presidente Askar Akayev.
Purtroppo le cose non sono andate come speravano molti kirghizi: il successore Kurmanbek Bakiyev, aveva il medesimo vizio ed è stato deposto nel 2010. In seguito, il Kirghizistan è diventato il primo stato parlamentare dell’Asia centrale, dove di solito il presidente e la sua cricca controllano economia, politica e finanza.
Almazbek Atambayev, il nuovo leader del paese è anch’egli caduto in tentazione, ampliando i suoi poteri e perseguitando gli oppositori. Pertanto, lungi dal vedere il cambiamento, ancora oggi le lotte di potere tra i clan locali e le fazioni politiche continuano ad affliggere il paese. Ci sono contrapposizioni tra nord e sud arretrato, luogo di conflitti interetnici nel 2010. le autorità della capitale non intervengono, né cercano di investire nello sviluppo economico e sociale del sud del paese.
Si tratta di una palese decisione politica di Atambayev, filorusso, che ha scelto di rendere il paese economicamente dipendente da Mosca. L’industria militare, energetica e dei trasporti è in mano russa. Gli avvenimenti ucraini potrebbero esacerbare gli animi di coloro che mal sopportano questa politica filorussa di Atambayev.
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