Questo (naturalmente senza il punto interrogativo) è il motto della campagna dei laburisti unionisti, in vista del referendum del 18 settembre prossimo, in cui si gioca l’indipendenza della Scozia. L’approccio degli unionisti è tiepido, insicuro, fragile nelle argomentazioni, forte solo di uno scetticismo verso la possibilità che prevalga il fronte separatista, capeggiato da Alex Salmond. Invece, stando ai sondaggi, il divario si assottiglia sempre più e cresce il sostegno allo Scottish national party, anche se Londra non sembra preoccuparsene più di tanto. La lunga campagna referendaria potrebbe giocare brutti scherzi agli unionisti. Quasi tutti i partiti sono contrari alla divisione, tranne il già citato Snp e lo Scottish green party. Gli unionisti hanno sollevato questioni di tipo procedurale e giuridico riguardanti, ad esempio, il rapporto tra Edimburgo e l’UE. Ma agli entusiasti dell’indipendenza, questi appaiono problemi secondari e facilmente superabili. Mai sottovalutare questi fenomeni..
Vi suggerisco l’ottimo articolo di Alex Massie su Spectator.