Totale solidarietà con gli ucraini, in questo difficilissimo momento storico. Sto provando a chiedermi quali possano essere le conseguenze economico-politiche dell’evolversi della situazione: nel caso si svolgesse a favore dei manifestanti. In questi ultimi anni l’Ucraina è stata una nazione a sovranità fortemente limitata e subordinata alla Russia, a causa delle sue difficoltà economiche. Non dimentichiamo che, al contrario delle altre repubbliche ex sovietiche, l’economia ucraina non ha vissuto il boom che ci si sarebbe attesi. Questo perché pare non essere è energeticamente autosufficiente (ricordate le vicende del gas russo?). La sopravvivenza dell’economia ucraina deve molto ai prestiti che la Russia elargisce (gli ucraini erano convinti di potersi accordare con il caimano pietroburghese per sfruttarlo, ma forse hanno sottovalutato la sua ferocia e i suoi scopi reconditi). Nel caso la fazione filorussa di Yanukovich dovesse soccombere, Putin potrebbe chiudere le paratie. Il passaggio dalla sfera di influenza russa a un possibile accordo con l’UE è ricco di interrogativi. L’UE, o più realisticamente la Germania (che è il vero cuore decisionale e di potere dell’UE) è realmente in grado, in questo momento, di sostenere il peso economico dell’Ucraina (qui)? In questo scenario, quali risorse resterebbero per i Paesi mediterranei dell’UE in crisi? Infatti, il baricentro si sposterebbe verso est, relegando in periferia i Paesi che appartengono al bacino del Sud dell’Europa. La situazione potrebbe divenire ancora più grave e scevra da soluzioni semplici, nel caso in cui Putin prospettasse una “spartizione” di fatto (come fu la Cecoslovacchia) o ideale dell’Ucraina, sulla base del principio dell’autodeterminazione dei popoli. Infatti, la zona orientale, con sbocco sul Mar Nero, economicamente trainante, è a maggioranza russa. L’UE si accollerebbe il resto dell’Ucraina, impegnandosi a risollevarne le sorti?
—
Sulla crisi ucraina pesa l’andamento della moneta nazionale hryvnia rispetto all’Euro. Ricordiamo che il 21 novembre il presidente Yanukovich aveva bocciato gli incentivi economico-commerciali proposti dell’Ue, segnando l’avvio delle manifestazioni. Il grafico che vi allego segnala l’impennata di questi ultimi giorni, che ha portato la valuta ucraina a perdere ulteriore valore rispetto all’Euro. La Banca centrale ucraina sta cercando di contenere il crollo, di recente ha annunciato che procederà all’erogazione di una seconda rata (da 2 miliardi, la prima era da 3 miliardi) del prestito da 15 miliardi di dollari concesso da Mosca a Kiev, lo scorso dicembre. Ma ciò non è bastato a rassicurare gli investitori. Alcuni esperti prevedono che sarà necessario svalutare la hryvnia, pena l’esaurimento delle riserve della Banca centrale.
Aggiornamento 21.02.14, dal sito de la Repubblica: “In attesa dell’evoluzione della crisi, Mosca frena sulla seconda parte degli aiuti finanziari che dovrebbe concedere a Kiev: nessuna decisione sui 2 miliardi di dollari. E Vladmir Lukin, inviato a Kiev del presidente Vladimir Putin per mediare i colloqui tra il governo e l’opposizione, si è rifiutato di firmare il documento finale sull’accordo”.
Aggiornamento 25.02.14: http://www.internazionale.it/news/ucraina/2014/02/25/tra-russia-ed-europa/
Analisi geopolitica di Daniele Scalea
Analisi di Daniele Scalea sulla debolezza NATO e UE
Per seguire la crisi: qui
Per approfondimenti:
http://www.europaquotidiano.it/2014/02/19/perche-e-riesplosa-la-crisi-ucraina-la-cronologia/
http://www.worldaffairsjournal.org/blog/alexander-j-motyl/free-donetsk
http://www.rferl.org/content/ukraine-donetsk-silence-yanukovych-protests/25193297.html