Leggendo questo articolo ho avuto una visione più chiara delle donne pentastellate. Un coacervo di autoassoluzioni, di giustificazioni fragili e di persone in cui idee, parole, storia e diritti sono mescolati in un unico, grande calderone che ne cambia i connotati. Non sembrano capitati per caso, sono il prodotto di anni di manipolazioni concettuali e linguistiche, prima che materiali. I grillini avrebbero potuto essere diversi se fossero cresciuti in un Paese in grado di mantenere vivo il proprio sistema valoriale e di riferimento delle istituzioni e della società. Questa è una classe dirigente che ha smarrito le proprie radici e ha affidato la sua speranza di catarsi a un movimento guidato da Grillo e Casaleggio. Il motto uno vale uno, portato come vessillo di un sistema liquido e fangoso di partecipazione, diventa al contempo un colpo di spugna ad ogni cosa che risulti scomoda o difficilmente compatibile con i comportamenti e il sistema ideologico della premiata ditta Grillo e Casaleggio. Così si giustifica ogni cosa, anche i comportamenti indecenti dei propri compagni di partito. Così ci si può considerare all’avanguardia, dicendo di voler superare il femminismo storico, rifiutando ogni etichetta. Peccato che il femminismo non sia mai stato un’etichetta di un abito sgualcito e fuori moda che non serve più. Un po’ di sana informazione, nonché di umiltà non sarebbero sgradite. Sarebbe meglio che tutte le parlamentari grilline, compatte, iniziassero a chiedere rispetto per le parlamentari offese. Senza incomodare ipotetiche etichette, a cui le grilline sembrano allergiche. Le donne del M5S sono diventate quell’uno indefinito, senza fisionomia, un punto che esiste grazie al verbo e alla volontà del guru; così hanno perso di vista se stesse e tutte le altre, hanno scelto quella dimensione nebulosa dell’assimilazione ad una religione populista. Sintomo che non avevano capito un granché, nemmeno quando alcune votavano centrosinistra. Hanno indossato un vestito da adepte alla prima occasione e la cosa tremenda è che si sentono migliori, più rispettate e più libere. Contente loro…