Le prossime europee sono un appuntamento da non sottovalutare, occorre fare delle riflessioni acute, non scontate o superficiali e una volta tanto ragionare senza farsi irretire da tutti quei borbottii senza fondamento. Come ha rilevato Bernard Guetta qui, occorre evitare la trappola nichilista, lanciata da molte parti, compresa Marine Le Pen. In Italia, il dibattito è veramente misero, con argomentazioni povere e gran parte del mondo politico si trincera dietro un euroscetticismo di comodo. Il PD non è da meno, latita e non solo perché impelagato su altri fronti. Ancora una volta siamo a corto di parole convinte e convincenti. Questo si paga e lo sappiamo bene. Di sicuro l’Europa così com’è oggi non va e va riformata, ampliandone la dimensione politica e l’autonomia decisionale. Al momento, ci sono troppi governi locali che remano contro e che paralizzano di fatto qualsiasi tentativo di progresso. Qualsiasi tentativo di smantellare la costruzione europea tout court dev’essere impedito. Anziché avere paura degli euroscettici e dei cittadini occorre aprire un dialogo, spiegare le ragioni e l’importanza di un lavoro comune di riforma. È necessario progettare l’Ue che vogliamo e investire in questo senso. La strada che porta verso il futuro non è la chiusura nel proprio nucleo nazionale, rifugiandosi nei localismi, bensì nella evoluzione e nella maturazione del progetto europeo. In periodi di crisi o sotto le spinte di una globalizzazione di cui non si comprendono i meccanismi è facile chiudersi a riccio, si tratta della strada più facile e comoda a volte. Ma è anche la più insidiosa e che non garantisce necessariamente benessere e pace. I conflitti vanno risolti nel dialogo aperto e nel confronto costruttivo. Dobbiamo imparare a ragionare in modo sovrannazionale e non aver paura di perdere le nostre peculiarità, che invece ci serviranno a porre le basi per una tavola rotonda di Paesi che vogliono fortemente dar vita a un’Europa solida e finalmente adulta. Queste elezioni ci devono servire per aprire il dibattito con tutte le posizioni e sviscerare tutti i possibili pro e contro. La paura e l’immobilismo non ci portano da nessuna parte. Il disegno europeo può vivere un nuovo rinascimento, ma spetta a noi tratteggiarlo e non lasciarcelo cancellare.
Consigli di lettura:
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