Mi rendo perfettamente conto che ciò di cui mi accingo a scrivere è un argomento complesso e delicato, ma secondo me vale la pena parlarne. Vorrei partire da un articolo uscito su Der Spiegel a proposito di Africa e del crescente numero di donne in gamba che stanno costruendo il futuro su più fronti. Noncuranti di critiche e colpi bassi, di una discriminazione quotidiana e di un predominio maschile, vanno avanti e sembrano maggiormente dotate di quelle capacità necessarie per far spiccare il volo all’Africa. Laddove molti uomini africani hanno fallito, le donne sono più solide ed affidabili per garantire che il boom economico di alcuni stati africani non si svuoti e svanisca in un flop. Le donne risultano molto più affidabili degli uomini in tema di concessione dei microcrediti, forse perché da sempre abituate ad essere le colonne portanti della famiglia, in contesti in cui spesso l’uomo veniva a mancare per svariate ragioni. Ciò che ancora manca e frena le donne è il retaggio culturale e religioso discriminatorio e il persistere di uno scarso accesso all’istruzione. Non si tratta semplicemente di una carenza di infrastrutture o di fattori complessi. Noi donne occidentali non possiamo immaginarci quanti e quali ostacoli si possano frapporre tra una bambina e la sua istruzione. Mi rivolgo alle lettrici: avete mai riflettuto sull’impatto che può avere il ciclo mestruale sulla vita quotidiana di una donna che non usufruisce di un lusso come l’assorbente? Ebbene la pubertà è un momento drammatico e uno spartiacque in alcuni Paesi. In merito è stato avviato un programma Days for girls, ideato da Celeste Margens, che fornisce kit di assorbenti riutilizzabili. Questo garantisce una migliore frequenza scolastica, con quel che ne consegue. Una donna istruita significa maggiori possibilità di una vita migliore per sé, i suoi figli e le generazioni successive. Il futuro parte dalle cose semplici, che servono a migliorare il quotidiano. Una buona lezione anche per noi italiane e italiani.
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