Leggendo questo articolo di José Ignacio Torreblanca, pubblicato su Café Steiner di El País, ho sentito il bisogno di rispondere alla domanda che pone l’autore: “¿Coinciden los lectores con los resultados de este estudio?”
Ma prima devo fare un passo indietro. Torreblanca riporta l’esito di una indagine “Higher social class predicts increased unethical behavior”, che studiando la correlazione tra etica e classe sociale, ha cercato di stabilire se ci fosse una interdipendenza tra i due elementi. Nell’articolo sono riportati i vari esperimenti realizzati dagli scienziati. A quanto pare lo studio dimostra che il comportamento economico e sociale degli individui è strettamente correlato con la capacità di difendere i propri interessi e di anteporli a quelli degli altri. Da ciò, si deduce una maggior propensione degli individui delle classi sociali più alte a mettere in atto condotte poco etiche.
Ritorno alla domanda di Torreblanca e devo ammettere che ogni studio va preso con le dovute cautele. Mi sembra opportuno fare riferimento anche al potere che gli individui sono chiamati a gestire e al ruolo sociale che ricoprono. Questo fa la differenza quando i comportamenti poco etici vanno ad incidere fortemente sul tessuto sociale ed economico di un Paese, tranciandone le fondamenta. Ci sono individui che si sentono al di sopra delle regole, delle leggi e di un comportamento da buon padre di famiglia. Qui, non esiste educazione che tenga. La nostra società va verso questa deriva: i valori etici molto spesso non abitano più dentro di noi, perché qualcuno ce li ha presentati come pesanti fardelli che impediscono il successo e l’affermazione personale. Molti politici coltivano questo recondito (alcuni anche palese) pensiero. Il loro codice di comportamento è al di sopra di tutto ed anche i più timidi agnellini si possono rivelare degli scaltri affaristi. C’è chi poi si prodiga ad aiutare gli amici per sollevarli dalle pene carcerarie. Tutto questo sicuramente non aiuta ad incrementare il nostro affetto per la politica, soprattutto se certi atteggiamenti da difesa del particulare non affliggono solo la politica delle alte sfere. Questo però non ci deve far cadere nella tentazione grillesca di fare di tutta l’erba un fascio. C’è chi sbatte la porta e si crede onnipotente, ma c’è anche chi ha una visione più equilibrata e onesta. Questo fa parte della sfera intima dell’etica di ciascun individuo, in tutti i frangenti. Ma non dobbiamo nemmeno cadere nella trappola di considerare le classi più disagiate come un sacro bacino dal quale attingere etica pura e onestà. Le generalizzazioni possono risultare pericolose. Pobres pero honrados non è una regola senza eccezioni. Il comportamento individuale, e quindi il senso etico, in parte si fonda sull’esempio che si riceve, in parte deve far parte delle responsabilità personali nei confronti della collettività. Che ci piaccia o no.